Ladispoli, la Corrado Melone a scuola di legalità con Santo Fabiano • Terzo Binario News

santo-fabianoRiceviamo e pubblichiamo – Il 23 marzo 2015, la nostra classe (IE) insieme altre della nostra Scuola, la “Corrado Melone”, si è recata nell’Aula Consiliare del Comune di Ladispoli per assistere ad una lezione sulla legalità. La novità è stata il fatto che, dopo essere entrati, ci hanno fornito un cartellino rosso per indicare quali gesti quotidiani fossero non legali.

La parola protagonista di questo incontro è stata infatti la “legalità”. Abbiamo cercato di capire il suo reale significato attraverso vari aspetti messi in evidenza dal relatore, il dottor Santo Fabiano.

Ad esempio sono stati proiettati alcuni cortometraggi dal titolo “La giustizia … non è un’illusione”, abbiamo visto il significato di 4 parole sul dizionario Treccani on-line, abbiamo ascoltato alcune poesie ed alcuni brani letti da nostri compagni e alcuni insegnanti, compreso il dirigente scolastico, ci hanno fatto degli esempi di situazioni quotidiane, in cui noi spettatori dovevamo stabilire autonomamente se erano corretti o meno. In quest’ultimo caso dovevamo utilizzare il cartellino rosso datoci all’inizio della lezione, alzandolo per comunicare il nostro disappunto sulle azioni indicate. Occorre dire che non sempre siamo stati tutti d’accordo. Ad esempio se tutti eravamo ‘accordo nel difendere un compagno in difficoltà, molti non erano d’accordo sul fatto di dover dire ai professori i nomi di chi avesse iniziato a comportarsi male.

L’ incontro è stato molto interessante e mi ha fatto riflettere su alcuni termini che usiamo.

melone cc20_1Ad esempio “prepotenza”, “corruzione”, “lealtà”, “omertà” che è l’atteggiamento di ostinato silenzio su mancanze, colpe altrui per salvaguardare i propri interessi, per timore di eventuali ritorsioni negative, è una mancanza di rispetto verso il prossimo perché, pur conoscendo la verità dei fatti accaduti, si resta nel silenzio e, aggiungo, permette a chi fa il furbo di continuare a farlo.

Le parole che utilizziamo nel parlare quotidiano rispecchiano il nostro modo di essere; più si utilizzano parole sgarbate o volgari, più dimostriamo che non stiamo bene con noi stessi, che non amiamo il prossimo e non lo rispettiamo. Un video ci ha fatto capire l’importanza delle parole che usiamo e che vanno “pesate” in base al luogo ed alla persona con la quale ci stiamo relazionando.

La legalità nasce per impedire che la prepotenza prevalga sul vivere civile dove ciascuno ha i propri diritti ed è giusto proteggerli. Questo comporta la creazione di regole scritte chiamate leggi a cui tutti dobbiamo sottostare. È come il gioco delle carte: se si è deciso di giocare insieme, non si può poi cambiare le regole durante il gioco perché qualcuno sia favorito.

Chi si ribella o elude alla legge crede di essere furbo, ma non si rende conto che così facendo altri potrebbero violare i suoi diritti ed è giusto che prima o poi sia punito dalle autorità preposte. Ad esempio se ci si trova davanti ad un semaforo rosso, non dobbiamo prenderla come un fatto personale: il semaforo è temporizzato ed una volta toccherà a noi un’altra a qualcun altro, ma permette a tutti di muoversi in sicurezza senza fare incidenti.

L’oratore ha posto l’accento su “La legge del potere” (chi ha il potere detta le regole, ma nella nostra società le regole devono essere decise dal popolo) ed il “potere della Legge” (è la forza che scaturisce dall’applicare il rispetto delle leggi stabilite dal popolo).

È stata una bella lezione di vita e ci domandiamo perché gli adulti non lo comprendano ma per ciascuna legge cerchino di svincolarsi.

Pubblicato mercoledì, 22 Aprile 2015 @ 07:39:09     © RIPRODUZIONE RISERVATA