“L’estate sta finendo …stessa spiaggia stesso mare!”, volendo virtualmente mixare due note canzoni estive per introdurre i lettori alle prime considerazioni postferiali.
Ebbene sì, l’estate sta finendo, ma Ladispoli, a dire il vero non da sola, ancora si trova punto a capo, spiaggiata sullo stesso mare degli anni passati (così si è anche spiegato il mix musicale).
Continuano le trasformazioni edilizie ed urbanistiche assai ardite ma del tutto dissociate da una sana pianificazione del territorio (si dovrebbe vedere a breve la VAS di PRG cosa ci riserverà), continuano gli affidamenti allegri decisi a suon di soldi pubblici sia sulle spiagge che per tanti finanziamenti il cui risultato pratico è assai discutibile e continua la non chiarezza sulla situazione acqua, come continuano le proteste delle frazioni, Monteroni, Olmetto, Boietto del tutto abbandonate dai propri improbabili delegati.
Per farla breve: tante passerelle per giustificare spese discutibili finalizzate alla propaganda mentre i problemi strutturali sono abbandonati a sé stessi, restando irrisolti. Tutti problemi che si portano all’attenzione dei lettori, criticando seriamente con modi non sospetti.
A seguito delle segnalazioni, si sono viste rettifiche in autotutela ma mai una politica seria di programmazione e condivisione con i cittadini.
Sempre tutto deciso e celato nelle segrete stanze, salvo poi uscire con discutibili atti ufficiali. Vale per la VAS di prg che comprometterà il destino del territorio incluse le pregiatissime aree verdi nel silenzio dei più, ma con il sottobosco dell’amministrazione ladispolana assai concentrata a mettere toppe fra un Gotha ed una pista ciclabile ad personam o a Punta di Palo stravolta due volte, fra la pianificazione portata in prg in Regione ed oggi.
Temi come i centri commerciali, che necessitano di spazio a scapito anche di pini secolari, insomma con una totalmente refrattaria ai problemi reali come il traffico, l’ambiente o una seria politica di trasformazione a favore del benessere e della vivibilità dei cittadini.
Anche oggi si offre ai lettori una chicca, che dimostra le ragioni di tanti dubbi. Ci si riferisce al mancato uso di fototrappole per incastrare i tanti zozzoni che abbandonano rifiuti nelle frazioni periferiche, da Monteroni a Olmetto a Boietto per arrivare nelle zone di confine con la palude per le quali molti cittadini si lamentano e leggiamo patetiche scuse di amministratori che si autodiscolpano dicendosi non responsabili.
Circa le fototrappole, la vicenda parte da lontano, con una società, OMH srl di Milano, che è manutentrice del sistema di videosorveglianza urbano. Ma il Comune, nel 2018, compreso che le fototrappole sono l’unico modo per frenare l’abbandono indiscriminato, prese due decisioni in merito: la prima, in un impeto di lucidità, con Delibera di Giunta n.10 del 11/1/2018 che deliberò per contrastare l’abbandono dei rifiuti, la seconda, conseguente con DD 1855 del 12/11/2018 che acquistava ben 10 fototrappole, seppure in affidamento diretto ad una società che non vanta esperienza in merito se non la vendita di harware e peraltro con un codice Ateco non proprio pertinente allo scopo della DD.
Fornitura non esattamente economica visto che 10 fototrappole costarono ben 15.986,88€ (chiavi in mano fornitura ed installazione …peccato che esse vadano rilocate con frequenza).
Si potrebbe parlare di un preventivo nel quale mancano sia il modello (aspetto non banale negli appalti pubblici ai fini della comparabilità), ma mancano anche i termini di prestazione, ma a parte ciò facciamo notare che il costo per unità è circa il doppio del costo per unità professionali simili e bastano poche ore per addestrare il personale ove collaborativo.
Ciononostante la fattura viene regolarmente saldata senza colpo ferire giusta DD 1789 del 5/11/2019. È quindi assolutamente evidente che dieci fototrappole, per le quali il personale deve essere stato addestrato, ci sono in qualche parte del Comune, fosse esso territorio o sgabuzzino.
Nonostante ciò non si hanno notizie di particolari successi, segno che o sono rimaste nello sgabuzzino oppure non vengono usate con risultati tangibili, forse per imperizia. Dieci fototrappole, adeguatamente utilizzate, permettono il monitoraggio contemporaneo di almeno due ambiti territoriali e a rotazione di tutto il territorio, e possono portare ottimi risultati in pochi mesi cogliendo in “fragranza” di reato i colpevoli e, soprattutto scoraggiando l’abbandono.
Per cui quando i cittadini si lamentano della mancanza di fototrappola, che rende facile la vita degli zozzoni seriali, hanno ragione e non bisogna scaricare le colpe ma assumersele visto il ruolo ricoperto all’epoca dei fatti, no già oggi quando se ne subiscono le conseguenze. Resta tutto da definire poi il ruolo del RUP.
È lecito chiedersi, chi ha oggi responsabilità di ciò anche in virtù degli obiettivi assegnati? Inutile riempirsi la bocca di scandalose parole contro gli zozzoni, bisogna combatterli come va combattuta tutta l’illegalità citando Arthur Schopenhauer “In questo gli uomini sono proprio come i bambini: diventano maleducati se li si vizia; dunque non si deve essere con nessuno troppo accomodanti e affettuosi.” . A questo servono le Amministrazioni e non a tutelare i propri comodi discolpandosi e gettando colpe ad altri”.
cardinal Mazzarino