Sono presenti nel 98% dei campioni prelevati dai ricercatori del progetto europeo Life Blue Lakes
Non sono visibili all’occhio umano ma rappresentano uno dei principali nemici dell’ambiente, in particolare di habitat eccezionali e delicati come quello del lago di Bracciano. Sono le microplastiche, particelle di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, presenti nel 98% dei campioni prelevati dai ricercatori del progetto europeo Life Blue Lakes, guidato da Legambiente, che si è appena concluso a Roma. Già nel 2019, nel lago del Lazio erano state rilevate oltre 392mila particelle per chilometro quadrato di superficie, e la situazione non sembra essere migliorata con gli anni.
Il progetto, cofinanziato dalla Commissione Europea, ha studiato Bracciano e altri tre laghi italiani, Trasimeno, Piediluco e Garda, cercando di sviluppare protocolli per tutelarli, che coinvolgano comuni, imprese e cittadini delle aree interessate. Le microplastiche finiscono in acqua dove vengono ingerite dai pesci e dall’uomo attraverso la catena alimentare, ma arrivano da frammenti di polietilene delle buste di plastica, dall’usura degli pneumatici, da particelle presenti nei cosmetici di uso comune e da molti capi d’abbigliamento, specie tecnici e sportivi, con un solo passaggio in lavatrice che può rilasciare fino a un milione di microfibre. Ancora oggi si stima che le aziende europee di vari settori introducano nei loro prodotti circa 145mila tonnellate l’anno di microplastiche, che finiscono inevitabilmente in mare e in laghi sempre più a rischio, come quello di Bracciano.
Fonte, RaiNews24