Tidei-gate, parla il sindaco: "Mia moglie è furiosa, scrivo al ministro Nordio" • Terzo Binario News

“Hanno usato contro di me 4000 mila ore di video e fatti estranei ed irrilevanti al giudizio che oltretutto era contro di loro. Ero io l’obiettivo da far fuori per proteggere gli interessi della famiglia.

Tidei: Per la consulenza informatica chiedete ad Angeletti
…che ora è accusato anche di minacce aggravate

“Di consulenze sull’ informatica potete chiedere ad Angeletti. Era lui che se ne occupava. Mi pare che il consigliere Roberto Angeletti ora è accusato dal PM Savelli di minaccia aggravata nei confronti del sindaco, oltre che di corruzione.

La consulenza informatica (53 mila euro) a cui allude stamane il quotidiano “La Verità”, non solo non esiste ma non sarebbe nemmeno stata tecnicamente possibile in un Comune in dissesto.

Il fatto è che oggi  qualsiasi fonte può inventare qualsiasi cosa contro di me e sostenere di averla trovata nel materiale che la Procura ha risequestrato dopo averlo dato per sbaglio ad Angeletti.

Si tratta di 4000 ore di video e altrettante intercettazioni telefoniche, di  cui in teoria sarebbero previsti la segregazione e l’arresto per chi lo pubblica in base alla legge Severino. Mi risulta che oggi la Verità fa riferimento a intercettazioni che non stanno in nessuna mia denuncia (riguardava un solo video), e che fanno parte solo del procedimento per corruzione contro Angeletti e Quartieri per i quali io ero  l’obiettivo da far fuori per proteggere gli interessi della famiglia.

Così  un indagato ha ottenuto i dati sensibili presenti nell’archivio “riservato” alla Magistratura che non riguardano fatti utili alle indagini e ne ha diffuso il contenuto ed  il materiale fornito inavvertitamente dalla Procura ad Angeletti, accusato di corruzione dalla stessa Procura, è  fonte di ispirazione per  qualsiasi fantasia letteraria, senza possibilità di concreta smentita in quanto detto materiale non è mai stato fornito alla difesa.

Ovvio che questa cosa avrà conseguenze anche legali. E’ stato commesso un enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei ed irrilevanti per la loro difesa ma assolutamente necessari, dal loro punto di vista, per denigrare non solo un avversario politico ma colui che con coraggio ha denunziato le loro malefatte.

Ora in una piccola cittadina come Santa Marinella questo errore ha innescato una barbarica caccia alle streghe e rischia di mettere alla gogna anche altri soggetti del tutto ignari e del tutto estranei”.

Inoltre a Repubblica il primo cittadino ha rilasciato queste dichiarazioni: “”«Mia moglie è arrabbiatissima, è l’unica che può recriminare qualcosa nei miei confronti. Comunque non ricordo di aver avuto incontri con due signore ma solo con una, cui questa vicenda sta rovinando la vita visto che è impegnata. Scriverò a Nordio affinché vengano fatte delle verifiche, io sono finito nel fango per aver denunciato il malaffare. Non posso accettarlo».

Dal giornale romano aggiungono che “mercoledì i carabinieri, dopo una nuova denuncia del sindaco, perquisiscono il consigliere (Angeletti, ndr), accusandolo di revenge porn per aver fatto circolare i filmati piccanti. «Io non ho diffuso i video — spiega Angeletti a Repubblica — ma qualcuno in procura ha sbagliato a mettere quei filmati agli atti dell’inchiesta che ho regolarmente acquisito per difendermi, ma la colpa dell’errore non può ricadere su di me. Mi rivolgerò alla procura di Perugia, competente su quella di Civitavecchia»

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La ricostruzione dei fatti curata dall’avvocato Lorenzo Mereu

1.      Il Sindaco Pietro Tidei nel 2022 denunzia un tentativo di corruzione che coinvolge alcune persone che rivestono anche ruoli istituzioni e politici;

2.      La Procura della Repubblica inizia le indagini e nell’ambito di tale attività dispone, tra gli altri mezzi di ricerca della prova, l’intercettazione ambientale che viene eseguita anche dentro alcuni locali del Comune di Santa Marinella;

3.      Tramite l’intercettazione ambientale vengono captati, come sempre accade, sia  elementi utili di indagine e sia fatti totalmente inutili (che riguardano persone terze)

4.      Tra le intercettazioni di fatti inutili ed estranei all’attività di indagine vi sono i famosi video di cui si sta parlando freneticamente in questi giorni;

5.      Dopo la chiusura delle indagini (che presuppone, sotto il profilo tecnico processuale, l’intenzione del P.M. di procedere penalmente nei confronti dei soggetti indagati) il PM mette a disposizione degli indagati i file di indagine da lui ritenuti utili e pertinenti al processo;

6.      Dopo questo passaggio vi è stato nel caso in esame, un corto circuito: non si è in grado di comprendere bene quello che è successo perché ancora la persona offesa dai reati, il Sindaco Tidei, non ha ricevuto alcun atto che gli consenta accedere al fascicolo di indagine e quindi di controllare e comprendere quello che realmente accaduto.

Si può fare un’ipotesi.

Prima di ipotizzare quello che può essere accaduto è necessario evidenziare che  la Legge impone che  il trattamento dei dati captati venga effettuato nel seguente modo:

a.      Le intercettazioni che il PM ritiene rilevanti sono messe subito a disposizione delle difese che possono subito estrarne copia (tra queste non rientrano i famosi video in parola);

b.      Le intercettazioni che il PM ritiene non utili e potenzialmente in grado di provocare danni a persone estranee ai reati di cui all’indagine vengono inseriti in uno speciale archivio (i video di cui stiamo parlando dovrebbero essere stati inseriti in questo archivio).

c.      I dati presenti in tale archivio “riservato” possono essere solo  “ascoltati e visionati” dai legali degli indagati, che quindi non possono in questa fase estrarne copia.

d.      Gli indagati ove ritengano utile acquisire anche i file che sono presenti in tale archivio debbono presentare richiesta alla quale deve essere data una risposta motivata.   

7.      Nel caso in esame un indagato ha ottenuto i dati sensibili presenti nell’archivio “riservato” che non riguardano fatti utili alle indagini e ne ha diffuso il contenuto.

Quindi in buona sostanza si può affermare che vi è stato un enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei ed irrilevanti per la loro difesa ma assolutamente necessari, dal loro punto di vista, per denigrare non solo un avversario politico ma colui che con coraggio ha denunziato le loro malefatte.

Quello che è accaduto e sta accadendo è un fatto di enorme gravità e a pensarci bene, può accadere sa tutti: chiunque, pur adottando comportamenti corretti può, indirettamente, essere trasformarsi in vittima di chiunque usi un indagine da cui sono sfuggiti inavvertitamente segreti per avvalorare qualsiasi tesi o muovere qualsiasi accusa sul piano privato.
Il compito della Giustizia è quello però di impedire che tali aspetti possano essere diffusi urbi et orbi, come invece è tristemente accaduto in questo caso.

Pubblicato lunedì, 25 Settembre 2023 @ 13:51:07     © RIPRODUZIONE RISERVATA