Riceviamo e pubblichiamo – La verità è l’unica cosa che personalmente desidero. Infatti il “buttarla in caciara” fa bene a chi vuole accusare il sistema, ma va a vantaggio anche del sistema perché si finisce sempre a “tarallucci e vino” e quindi non si cambia nulla, ma chi ne paga le conseguenze, in questo caso, sono i bambini. Visto che di menzogne ed imprecisioni se ne “sparano” in continuazione, grazie ai social network dove la voce di un Premio Nobel ha lo stesso valore di quella di un ignorante, cerco di fare un minimo di chiarezza su quanto accaduto ultimamente al “Ladispoli 1”.
Il problema della mancanza di tende alle finestre esiste realmente, ma aumentarlo con falsità o inesattezze serve solo a fare confusione e screditare i portatori di giuste esigenze: i bambini!
È inutile e deleterio parlare di 5 ore di canicola in classe a novembre, di possibile cecità dei bimbi per la luce solare o malori conseguenti al soleggiamento cui sarebbero sottoposti quei bambini che stoicamente non si sono mai spostati dal loro banco, rimanendo fermi sotto il sole cocente nella loro postazione, vuoi per amore della disciplina, vuoi perché le maestre-Gestapo impedivano loro di spostarsi in zone ombreggiate dell’aula. Non bisogna offendere l’intelligenza altrui prendendoli per “fessi”. Ho personalmente visitato le aule incriminate: non sono certamente aule buie, ma i bambini erano (certamente molto scomodamente) aggregati tutti vicini, entro la zona d’ombra che, incredibile, esisteva in aula. Non è certamente una situazione ideale, sono il primo a dirlo ed a denunciarlo e lo ho fatto, ma invito ad entrare in aula all’ora più soleggiata, per osservare direttamente la gravissima situazione dei bambini assolutamente sottoposti a torture sanlorenziane da parte delle maestre, sotto la dolosa copertura del dirigente scolastico (in realtà ignaro di cosa accadeva, ma questo, è un problema interno per il quale qualcuno subirà le conseguenze).
Dato un colpo al cerchio, passiamo alla botte.
Non è vero, come scritto in una mail dall’ufficio del Sindaco, che il Comune sia stato contattato solo ieri l’altro: forse il Sindaco ha saputo tutto l’altro giorno (se gli uffici comunali non comunicano fra loro non è responsabilità della Scuola e chi non ha comunicato il problema al Sindaco ne risponderà a lui). L’ufficio del Sindaco ha in realtà citato solo l’ultimo ennesimo nostro sollecito! Sebbene anche io concordi con il Sindaco sulla assoluta positività della Regione e del Governo che hanno finalmente stanziato somme cospicue per lavori seri (un paio di giornalisti, che di scuole ne girano, venuti per la questione “romeno” hanno affermato, meravigliate, che era la prima volta che vedevano una scuola con imposte nuove), tuttavia non posso far finta di non vedere come un architetto, o chi per lui (per una volta non è colpa dei politici, ma dei tecnici) non abbia previsto che le vecchie tende (ora inutilizzabili) non potevano essere rimontate sui nuovi infissi, causando nuove impreviste spese al Comune! Mi domando quale scuola abbia frequentato questo esimio professionista, chi gli abbia consegnato la laurea, chi gli abbia concesso di lavorare, chi gli abbia appaltato il lavoro e quale remunerazione abbia avuto (legittima domanda perché dirigo questa Scuola che ora è in ambasce ed i soldi con cui è stato pagato derivano anche dalle mie tasse). Negli USA, per un errore del genere, si viene cacciati a pedate, ma qui siamo in Italia e magari ha avuto anche un premio di produzione (con i soldi delle mie tasse).
Non voglio fare dietrologia sul fatto che il giorno stesso del rimontaggio degli infissi, mi sia giunta la richiesta di una mamma di far rimontare le tende, senza specificare altro, ed immediatamente ho comunicato la richiesta ai tecnici presenti al lavoro. Che la signora conoscesse, senza avere visto nulla, che c’era un problema più serio (l’impossibilità del rimontaggio) e volutamente non me lo abbia chiarito? Il mio lavoro non è fare l’architetto e, se fossi stato al posto degli operai, avrei tentato di rimontarle personalmente (come ho dichiarato alla mamma e come avrei tentato di fare se non avessi avuto rassicurazioni dagli operai presenti).
Una volta chiarito dal responsabile del Comune che non è competenza del Comune montare e fornire le tende (i lavori di consolidamento e ristrutturazione di una Scuola, costruita anni fa su un vecchio letto di fiume, sono infatti gestiti direttamente dalla Regione Lazio), ho chiamato uno dei responsabili dei lavori il quale mi ha risposto che non era compito loro dare nuove tende adatte ai nuovi infissi perché non previsto dall’appalto, ma che avrebbe dovuto essere il Comune a fornirle ed ha fatto il nome di un noto ingegnere del Comune. A questo punto, sentito un forte odore di “scaricabarile” e ricordando che alla “Fumaroli” da 6 anni ho chiesto delle tende mai arrivate (le hanno acquistate successivamente, ed anche montate, alcuni “vandali” intromessosi di notte a Scuola), ho deciso di non perdere altro tempo e di andare in Comune a cercare uffici dotati di tende in cui poter spostare le classi. È invece accaduto che qualcuno abbia voluto sorpassarmi ed ha fatto perdere una giornata di didattica ai bambini per portarli in Comune, ma ha ottenuto ciò che tutti volevamo: il Sindaco ha immediatamente emanato un’ordinanza di acquisto e, a detta del Sindaco, entro venerdì prossimo i bambini saranno in aula al’ombra dal sole cocente di un caldo novembre ladispolano.
Tutto è bene quel che finisce bene, ora sappiamo che è sufficiente fare perdere una giornata di scuola ai bambini per ottenere ciò che è di diritto ed io mi risparmierò di scrivere centinaia di lettere che rimangono senza risposta. Lo sappiano i genitori della “Fumaroli”. Ma quello che è invece sbagliato è l’aspetto politico che sta prendendo anche questa situazione, cavalcata proprio da quei partiti che per anni hanno tagliato le spese per la Scuola per far finta di abbassare le tasse. Se, invece di polemizzare contro il Comune, si scrivesse chiaramente cosa accade, forse architetti come quello cha ha fatto questo capolavoro e generato tutto questo bailamme, avrebbero difficoltà a fare altri guai in altre Scuole.
Riccardo Agresti