SpazioLiberoBlog, cinquanta firme per dire "no" al biodigestore a Civitavecchia • Terzo Binario News

SpazioLiberoBlog, cinquanta firme per dire “no” al biodigestore a Civitavecchia

Gen 31, 2022 | Ambiente, Civitavecchia, Energia, Politica

Inoltre “Le Ardite” invitano tutti alla manifestazione al Pincio. Appello di Vittorio Petrelli e di Lucia Bartolini di “A Gauche”

Amici e collaboratori di SpazioLiberoBlog esprimono la loro contrarietà alla proposta, approvata nella conferenza dei servizi della Regione Lazio, di consentire la realizzazione sul territorio di Civitavecchia di una stazione di trattamento per lo smaltimento di rifiuti organici (biodigestore).
Nonostante i pareri negativi della Asl, della Sovrintendenza e del Comune, i responsabili del procedimento regionale hanno espresso parere positivo.
Le ragioni del nostro netto dissenso sono semplici e di assoluta evidenza.
Il territorio di Civitavecchia non può e non deve sopportare altre servitù nocive alla salute dei cittadini.
Non è pensabile che un Comune peraltro di ridotte dimensioni territoriali, possa essere oggetto di una sistematica aggressione.
In questo periodo ci troviamo difronte all’avanzare di progetti che hanno come comune denominatore la assoluta mancanza di considerazione per la città, per i suoi abitanti e per il suo territorio: dal progetto per l’insediamento di una nuova centrale a gas, a quello per un impianto di piscicoltura a mare, fino al biodigestore.
Un assalto continuo al territorio all’insegna di inquinamento, peggioramento delle condizioni di vita e di salute e di un sistematico arretramento di altre possibilità di sviluppo, alternative a quelle che si sono affermate dal dopoguerra.
Civitavecchia merita rispetto e un futuro che ne valorizzi le potenzialità.
Facciamo appello al Comune, ai partiti, alle organizzazioni sindacali e a tutti i centri di vita sociale e collettiva affinché si sviluppino iniziative unitarie e ferme contro ogni scelta che contrasti con le aspirazioni dei cittadini di avere uno sviluppo capace di valorizzare le risorse naturali, ambientali ed umane della città e dei territori limitrofi. ALESSIO GISMONDI, ALFIERO ANTONINI, ANNALISA CONTU, ANNA PALLUCCO, BENEDETTO SALERNI, BRUNO PRONUNZIO, CARLO FALZETTI, CATERINA VALCHERA, CLAUDIO GALIANI, CORRADO BONIFAZI, DANIELE DI GIULIO, DARIO BERTOLO, ELIO PALMISANO, ENRICO CIANCARINI, ENRICO IENGO, ERALDO RICCOBELLO, ERNESTO BERRETTI, ETTORE FALZETTI, FABRIZIO BARBARANELLI, FRANCESCO CORRENTI, FRANCO PAPA, GABRIELLA RAMONI, GIANCARLO MARUCCIO, GIANNA DI MARCO, GIOVANNI INSOLERA, LUCIA SCAGGIANTE, LUCIANO DAMIANI, MARCELLO ROCCHETTI, MARCO PIENDIBENE, MARINA MARUCCI, MARINA PELUSO, MARIO DEI GIUDICI, MAURO IENGO, PAOLA ANGELONI, PAOLA LIBERATORI, PAOLA RITA STELLA, PIERO ALESSI, PIERO PACCHIAROTTI, RITA BUSATO, ROBERTO FIORENTINI, ROBERTO SANZOLINI, ROSAMARIA SORGE, STEFANO BALOTTARI, STEFANO CERVARELLI, VALENTINA DI GENNARO, VALENTINO CARLUCCIO.

Le Artite di Civitavecchia invitano tutte e tutti a partecipare alla manifestazione per dire NO al Biodogestore a Civitavecchia, mercoledì 2 febbraio alle 18:30 al Pincio. E spiegano: “I movimenti femministi sono da sempre a fianco di quelli per la tutela e la salvaguardia del pianeta e dei beni comuni.Quando noi parliamo di cura, non parliamo soltanto di cura per i bambini o per gli anziani: parliamo di un atteggiamento economico, di una relazione tra persone che non si basa sul profitto, ma sulla capacità di interagire in positivo per il benessere di queste persone. Quindi è cura il sistema sanitario, è cura il sistema dell’istruzione, è cura la tutela dell’ambiente. Il femminismo è una risposta radicale a problemi di disuguaglianza e di iniquità.  L’iniquità della scelta di questo territorio per la sua ennesima servitù.  Se è vero che il corpo è nostro, che il nostro corpo siamo Noi. È anche vero che la tutela dei beni comuni e del territorio dove viviamo, la cura delle città dove viviamo è un punto dirimente per la politica femminista”.

Ecco a seguire l’intervento di Vittorio Petrelli, Partiamo dai cittadini.

“La conferenza dei servizi sul Biodigestore si è chiusa positivamente per l’azienda nonostante il parere negativo dell’Amministrazione Comunale e della locale ASL. A nulla è servito neppure la delibera votata all’unanimità in Consiglio comunale, con la quale si vieta nella propria zona industriale qualsiasi lavorazione di rifiuti o frazioni merceologiche derivanti dal ciclo dei rifiuti.

Appare quindi del tutto inutile che il segretario del PD si sbracci nell’affermare che la decisione discenda dall’esito della conferenza dei servizi slegato dalla volontà della Regione Lazio. Purtroppo dimentica che il Direttore del dipartimento Rifiuti è stato appena nominato dal Presidente Zingaretti e non da qualche ente fantasma.

Comunque sia, tutto porta inevitabilmente a ragionare su quanto dovrebbe essere posto al centro dell’attenzione generale e cioè del come si intenda affrontare e risolvere il trattamento dei rifiuti.

La situazione che stiamo vivendo dovrebbe richiamare tutti, la Regione Lazio  come la nostra Amministrazione comunale e la Comunità cittadina, al senso di responsabilità e attenzione: se in tema di rifiuti non sceglieremo noi, saremo destinati a subire quelle di altri oppure dire no a prescindere.

Quando la Comunità locale non programma le decisioni, si lascia spazio all’iniziativa dei privati che ovviamente privilegiano il profitto ma ignorano le esigenze del Territorio e della sua popolazione.

Occorre tener presente che gli impianti di digestione anaerobica con produzione di biometano rappresentano  una  delle soluzioni funzionali alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Si tratta di una tecnologia sostenuta dal Ministero della transazione ecologica che ne prevede persino, in uno specifico bando del PNRR, il finanziamento per le amministrazioni pubbliche che intendano dotarsene.

Ciò nonostante, questa potrebbe essere un’opportunità per recuperare una situazione, per ristabilire, se altre opzioni non siano praticabili, una riduzione importante della taglia dell’impianto, favorendo una programmazione che risponda ai canoni dell’economia circolare, invocata in tutte le sedi e nello stesso Piano regionale dei rifiuti, ma non sacrifichi le necessità del territorio.

Non appare difficile dimostrare che questo impianto sia sovradimensionato. La conferma arriva dalle altre proposte in itinere presso la Regione Lazio, alcune delle quali hanno già ottenuto il via libera dalla conferenza dei servizi: a Tivoli         un biodigestore da 38.000 ton/annue, a Frosinone un biodigestore da 50.000 ton/annue, ad Anagni    un biodigestore da 84.000 ton/annue.

Risulta anche che lo stesso Sindaco di Roma abbia chiesto ad Ama di promuovere la costruzione di  ben due Biodigestori.

Se quindi la Regione Lazio ha non intende risparmiare una nuova servitù legata al trattamento e smaltimento dei rifiuti, occorre agire in modo tale che si adottino scelte con il minore impatto possibile ma che servano il nostro territorio”.

Basta Con Le Servitu’, Non Siamo La Pattumiera Del Paese! Lo afferma Lucia Bartolini, dell’Associazione ‘A GAUCHE’ che interviene ancora sul tema.

“La notizia dell’ennesima servitù che si vuole instaurare a Civitavecchia, arriva come un insulto non solo alla salute ma pure alle intelligenze, dando prova che da qualche parte esiste realmente la convinzione che qui tutto è possibile.

È importante che la protesta che si sta levando sia quanto più ampia ed unitaria, ma soprattutto capace di raggiungere l’obiettivo con totale efficacia: NO AL BIODIGESTORE, SENZA SE E SENZA MA!

Per questo è indispensabile la massima chiarezza.

L’assessora Lombardi scrive sulla stampa che l’autorizzazione va ritirata. Ma a chi lo dice, a noi? Per caso, la Conferenza di servizi è sfuggita all’”attenzione vigile” del suo Assessorato?

Il PD di Civitavecchia, dal canto suo, alza subito gli scudi in difesa della Regione (ma allora chi è stato?), chiamata invece in causa dal PD di Allumiere (ma non si parlano?); il PD di Regione, per ovvie ragioni, tace.

L’amministrazione comunale poi, come espressione di una forza politica che in Regione non governa con il PD, ha gioco facile nel blaterare di azioni di opposizione sulla cui efficacia sono ormai tutti tristemente disillusi.

Questo in sintesi il dibattito, mentre le nuove servitù (e non solo il Biodigestore, c’è da temere) si apprestano a sommarsi alle vecchie.

La nostra aria, la nostra terra, il nostro mare, sono stati da tempo individuati come la pattumiera del centro Italia: una spirale perversa che deve essere spezzata una volta per tutte.

La scelta è tutta politica, è inutile che ci si giri intorno con alchimie e tecnicismi privi del requisito essenziale, la competenza ad assumere decisioni per il territorio.

Allora chi ha competenza è ora che faccia sentire la propria voce nelle sedi appropriate.

Perché se è vero che tutti possiamo fare domande, c’è chi ha il ruolo specifico di dare risposte: i consiglieri regionali, diretti rappresentanti del territorio, vadano oltre il comunicatino stampa e comincino col porre formalmente a Zingaretti la questione Biodigestore come dirimente per il mantenimento della fiducia all’amministrazione regionale!

Onorino il loro mandato di tutelare gli interessi della popolazione che li ha votati, assumano questo atto di responsabilità che certamente, più di mille parole, darebbe l’impulso ad una soluzione a favore di una comunità che appare annichilita, per certi versi rassegnata.

Perché se si combattono con gli strumenti adeguati, alle volte le battaglie si vincono pure, a Civitavecchia invece è da troppo tempo che ci accontentiamo solo di raccontarle”