Il Cts detta le regole per le zone rosse, spazio ai governatori sulle decisioni
Oltre 3 milioni di studenti seguiranno le lezioni da casa: 800 mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie e 1 milione e 800 mila studenti delle superiori a causa delle scuole chiuse
Vaccinazione degli insegnanti e aumento della qualità della DAD, con il raggiungimento di tutti gli studenti, le misure di accompagnamento necessarie. Forse la terza ondata di Covid sta arrivando ai portoni delle scuole e ora le aule si stanno nuovamente svuotando con il fondato timore che l’emergenza colpisca pesantemente gli apprendimenti, compromettendo anche questo secondo anno scolastico della pandemia.
Diventa sempre più importante assicurare a tutti gli studenti costretti a casa una DAD il più possibile di qualità. Tuttoscuola ha fatto una mappatura del numero di studenti che faranno lezione a scuola o da casa, sia per area geografica (con una situazione a macchia di leopardo non solo a livello regionale ma in taluni casi per singoli Comuni), sia per grado, a causa delle scuole chiuse. (Adn)
Il Cts
Il Cts ha riconosciuto che esiste un impatto dei nuovi contagi nelle scuole, ma è differenziato. Per questo sarebbe auspicabile una modulazione delle misure a seconda delle aree, variabile in base a Comuni o Province e non soltanto su base regionale.
I presidi
«L’elemento principale di novità è costituito da queste varianti che sembrano essere connotate da una maggiore contagiosità e aggressività e sembra anche che i contagi in alcune scuole stiano aumentando. È evidente quindi che un maggior rigore raccomandato dal Cts sia normale.
Sicuramente all’interno delle scuole le regole sono state rispettate, però un conto è dover fronteggiare l’epidemia standard, altro conto è dover fronteggiare queste varianti più contagiose».
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), è intervenuto alla trasmissione «L’Italia s’è desta» su Radio Cusano Campus, condotta dal direttore Gianluca Fabi, da Matteo Torrioli e Daniel Moretti. «Non dimentichiamo che nelle scuole del primo ciclo la frequenza è continuata quasi dappertutto.
Sul possibile prolungamento dell’anno scolastico, «si può pensare ad un prolungamento nella scuola primaria, ma è quasi sempre stata in presenza quindi onestamente non ne vedo una grande utilità. Sarebbe molto più utile valutare interventi di recupero mirati». (Ansa)
La Azzolina
«Prima di chiudere tutto, cerchiamo le vie di mezzo. La scorciatoia è sempre chiudere le scuole. A chi giova chiudere la scuola? Forse a chi dal punto di vista sanitario non si è preparato bene e usa la chiusura come una scorciatoia.
I ragazzi se non vanno a scuola, di pomeriggio escono, quindi perché non possono stare in un luogo dove ci sono regole da rispettare come le scuole, ma fuori sì?». Lo dice l’ex ministro all’Istruzione Lucia Azzolina a Tgcom24.