Lo scrive la gip Viviana Petrocelli nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere per il 54enne venezuelano
Un’attenta pianificazione a riprova della chiara volontà di cagionare l’evento mortale.

José German Varela Luna ha premeditato, programmato di uccidere la ex compagna Teodora Kamenova.
Lo scrive la gip Viviana Petrocelli nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo e disposto per il 54enne di origini venezuelane il carcere. L’uomo dunque resta nel penitenziario di Civitavecchia, dove si trova detenuto da giovedì scorso, subito dopo essersi consegnato ai carabinieri.
“Ho ucciso una donna”, l’ammissione ai militari con addosso i vestiti sporchi di sangue. nell’interrogatorio di garanzia, Varela Luna, assistito dall’avvocato Matteo Mormino, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il 54enne ha atteso che la ex tornasse a casa, si legge nelle carte. Per ore, fin dalle 8 del mattino, si è nascosto nel ripostiglio dell’androne del palazzo di via Gorizia. Un foro fatto con un cacciavite sulla porta per poter spiare chi arrivasse. Poi intorno alle 14, quando Teodora è rientrata, l’ha sorpresa e vedendosi nuovamente respinto l’ha accoltellata al petto e all’addome. L’arma acquistata il giorno prima, la prova – per l’accusa – di un omicidio non certo d’impeto.
Altra aggravante – sostiene la Procura – quella dei maltrattamenti. La gip parla di un contesto di sopraffazione della vittima da parte del suo aggressore che la sottoponeva a penose condizioni di vita. Nonostante la 47enne avesse chiuso la relazione, lui rimaneva in casa. Geloso e incapace di accettare che lei non lo amasse più. Con un coltello l’aveva già minacciata di morte e picchiata. Era gennaio scorso, Teodora era finita in ospedale e lo aveva denunciato.
da Rai News