Il gruppo, guidato dal professor Giacomo Moscati, ha poi percorso alcuni vicoli del Ghetto
di Cristiana Vallarino
Ancora una iniziativa interessante per la Fidapa sezione di Tolfa: il gruppo delle socie, con la presidente Giuseppina Esposito, ha trascorso una giornata a Roma, in visita al museo, alla Sinagoga e al Ghetto ebraico.
A rendere la giornata davvero particolare, l’ospitalità offerta alla comitiva collinare da due importanti rappresentanti della Comunità ebraica della Capitale, il dottor Alberto Terracina e il professor Giacomo Moscati. A fare da eccezionale guida dentro il museo, poi nel Tempio e per i vicoli del quartiere, è stato Moscati, una carriera da stimato medico e primario, ma anche consigliere regionale, poliglotta ed esperto in storia dell’arte.
I capolavori esposti nelle sale del museo (alla cui creazione si dedicò proprio Daniela Di Castro Rosselli, moglie di Moscati) si sono rivelati di eccezionale pregio e fattura, e i racconti del professore li hanno saputi descrivere e collocare nella lunghissima storia degli ebrei, che arrivarono a Roma oltre duemila anni fa. Moscati ha spiegato i riti, le preghiere, i paramenti sacri. E le differenze tra gli ebrei di provenienza spagnola o siciliana, ciascuno con propri canti e Scole, ovvero Sinagoghe. Moscati ha commentato gli arazzi, alcuni davvero antichi, intessuti in oro, e le colonne di marmi preziosi, alcuni ormai scomparsi. Illustrato i volumi dei testi sacri. Ha parlato dei fantasiosi espedienti utilizzati per salvare i tesori della Comunità dalle avide mani dei nazisti. Che, purtroppo, parecchi volumi però riuscirono a portare in Germania, dove ne resta la gran parte.

La visita è proseguita poi nel tempio, ovvero la spettacolare Sinagoga del lungotevere (la più grande delle venti che esistono a Roma): anche qui sono state chiarite le ragioni dell’uso di certi simboli ed immagini.
Alla fine delle oltre due ore di spiegazioni di Moscati, di certo il gruppo ha capito molte cose sulla religione ebraica, sfatando molti preconcetti e convinzioni errate e, soprattutto, ravvisando le tante e profonde similitudini con la religione cristiana.
Inevitabile la pausa pranzo in uno dei locali del Portico d’Ottavia per un menù a base di carciofi: ogni ristorante esponeva “alberi” di cimaroli molto fotografati dai tanti turisti di passaggio, dato che si è in pieno periodo di Sagra, che precede la Pasqua ebraica.
La giornata romana è proseguita quindi con una passeggiata attraverso i vicoli del Ghetto fino a largo Argentina, durante la quale Moscati e Terracina hanno mostrato alla comitiva tolfetana scorci, angoli e androni di palazzi sconosciuti ai turisti. Non mancando di riferire di frammenti di storia ignoti ai più e originali aneddoti.