Pasqua e Primo Maggio in rosso, salvo deroghe • Terzo Binario News

Pasqua e Primo Maggio in rosso, salvo deroghe

Apr 1, 2021 | Nazionali, Politica

Il consiglio dei Ministri approva il nuovo decreto anti Covid in vigore dal 7 aprile

L’Italia resta in arancione o rosso fino alla fine di aprile compresi Pasqua e Primo Maggio salvo deroghe, con spostamenti vietati in tutto il paese, bar e ristoranti, cinema e teatri, palestre e piscine chiuse, niente visite a parenti e amici in zona rossa e possibili in zona arancione all’interno della regione una sola volta al giorno e in un massimo di due persone.

Pasqua e Primo Maggio

Ma se l’andamento della pandemia e della campagna di vaccinazione lo consentiranno, saranno possibili deroghe per ripristinare le zone gialle e dare corso ad alcune aperture anche prima del 30 aprile. Non si escludono chiusure fin dopo il Primo Maggio mentre il rosso a Pasqua è sicuro.

Il consiglio dei Ministri approva il nuovo decreto anti Covid in vigore dal 7 aprile che conferma sostanzialmente l’impianto delle misure già in atto e introduce due importanti novità: l’obbligo di vaccinarsi per tutto il personale che opera nella sanità, farmacisti compresi, e lo stop alla possibilità per i presidenti di Regione di emanare ordinanze, come hanno fatto in questo anno di emergenza, per chiudere le scuole nonostante le indicazioni nazionali prevedessero la presenza in classe.

Nel provvedimento non ci sarà l’allentamento subito dopo Pasqua ma ci sarà la ‘verifica’ sui dati, che potrebbe portare a riaperture anticipate con una semplice delibera del Cdm.

«Il decreto mette la tutela della salute al primo posto» afferma dal canto suo il ministro della Salute Roberto Speranza esprimendo «soddisfazione» per le scelte fatte.

Il decreto, almeno nella bozza che è entrata in Cdm, è composto da 12 articoli. Due sono dedicati alle norme per i medici, per frenare i casi di sanitari no vax che rifiutando il vaccino possono contagiare i pazienti delle strutture dove operavano, come è già accaduto, ma allo stesso per proteggere dalle eventuali conseguenze penali le migliaia di somministratori, senza i quali la campagna vaccinale non può andare avanti.

Vaccini obbligatori per i sanitari

Il governo ha infatti previsto che non debbano rispondere di omicidio e lesioni personali colpose tutti i vaccinatori che nel somministrare le dosi del siero seguano le regole indicate dalle autorità sanitarie.

Per «tutelare la salute pubblica», inoltre, tutto coloro che operano nelle strutture sanitarie e nelle Rsa pubbliche e private, nelle farmacie e nelle parafarmacie e negli studi professionali – dunque anche i dipendenti amministrativi – «sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita».

Immunizzazione che «costituisce requisito essenziale all’esercizio della professione» tanto che, in caso di rifiuto, scatta lo spostamento a «mansioni anche inferiori» che non comportino la diffusione del contagio e il conseguente taglio di stipendio. Che viene invece sospeso qualora non sia possibile il trasferimento.

Il provvedimento si revocherà nel momento in cui i sanitari no vax cambino idea, al completamento del piano vaccinale o comunque entro il 31 dicembre del 2021.

L’intervento, «condiviso da tutto il Governo, è in linea con l’obiettivo di accelerare il completamento del piano di vaccinazione, priorità su cui l’ intero Esecutivo è concentrato», dice il ministro della Giustizia Marta Cartabia.

Le scuole

Il decreto stabilisce non solo la presenza fino alla prima media in zona rossa – e fino alla terza media in arancione, con le superiori in presenza al 50% – ma anche uno stop al potere delle Regioni sulla scuola. La misura, dice il testo, «non può essere derogata da provvedimenti dei presidenti di Regione o delle province autonome».

Una scelta, che conferma la volontà di Draghi di accentrare la gestione dell’emergenza. (ANSA).