di Gabriele Boccacci e Tommaso Bozzelli 1M
Qualche giorno fa abbiamo incontrato … il mare! Non che il Tirreno abbia invaso la nostra Scuola, la “Corrado Melone”, ma siamo andati nella nostra sala teatro per incontrare quattro navigatori che hanno affrontato il tema del mare e della navigazione, parlandocene dei diversi aspetti.
Ha preso la parola l’ingegner Claudio Giorgi, che ha introdotto l’argomento parlandoci innanzitutto del porto di Civitavecchia, vicino alla nostra città, spiegandoci che è il porto crocieristico con il maggior numero di navi del Mediterraneo. Ma questa è stata solo la prima delle tantissime informazioni curiose ed interessanti che non conoscevamo.
Ci ha poi mostrato un modellino di un’antica nave da commercio spiegandoci che si trattava di navi molto robuste e pesanti, a differenza delle navi da guerra che invece erano lunghe e sottili e quindi molto veloci. Comunque anche sulle navi da commercio c’erano dei cannoni per difendersi dagli attacchi dei pirati. La pirateria è un fenomeno ancora presente e anche ai nostri giorni le navi mercantili vengono prese di mira da piccole imbarcazioni di pirati in alcune zone della Terra per cui in quelle zone ci sono navi della nostra Marina Militare che controlla il mare.
Un tempo si navigava a vela e le prime erano quadrate, ma queste permettevano di muoversi solo in una direzione: quella del vento. Con la scoperta della vela triangolare, si cominciò a poter navigare quasi contro vento. Oggi si usano i motori, ma tutti i marinai devono conoscere il funzionamento delle vele e comunque le imbarcazioni a motore sono meno sicure perché il motore può rompersi e lasciare la nave ferma in mezzo al mare.
Un tempo si navigava solo a “vista Terra” perché non si avevano mezzi semplici e veloci per orientarsi, infatti se le stelle permettevano di capire molto facilmente ed esattamente quanto si fosse lontani dal polo nord (più la stella polare è alta nel cielo più si è vicini al polo nord, e similmente con la Croce del Sud per i polo Sud) fino al secolo scorso, fino alla fabbricazione di orologi a molla portatili e precisi, non era facile conoscere la longitudine del luogo. Abbiamo così capito che la navigazione ha a che fare con diverse materie che studiamo a scuola come la storia, la geografia, l’astronomia, l’architettura e l’arte marinaresca.
Claudio Giorgi ci ha detto che il mare è stupendo, ma che può essere anche molto pericoloso e non bisogna sottovalutarlo mai. Si è così parlato del “Titanic” e della sua tragedia, e poi di un altro gravissimo incidente, accaduto di recente, ovvero quello della nave da crociera “Concordia”. L’Italia si può vantare di marinai di grandissimo onore e valore, tutti sanno che il comandante di una nave, responsabile della vita di tutte le persone che sono a bordo, deve ovviamente essere l’ultimo a lasciare la nave, ma fra gli italiani abbiamo anche tanti cialtroni. L’anziano uomo di mare, Vincenzo, è intervenuto ed ha definito la navigazione del capitano “superficiale e irresponsabile”. È vero che con la sua manovra finale, facendo incagliare la nave, ha evitato che questa affondasse, riducendo i numero delle vittime, ma se avesse condotto bene la navigazione, non ci sarebbero state vittime.
Per costruire una nave che si tenga a galla, è necessario bilanciare il peso e per fare in modo che gli oggetti presenti sulla nave restino ben fermi (altrimenti potrebbero sfondare le pareti) bisogna saper fare diversi tipi di nodi. I nodi più usati sono: nodo Margherita, nodo Savoia, nodo piano, gassa d’amante…
Fin quando Marconi non ha inventato la radio, per comunicare da una nave all’altra si usano, ma lo si fa ancora oggi, le luci o le bandiere. Infatti sulle navi sono presenti diversi tipi di bandiere che servono per dare informazioni, come, ad esempio, per indicare la Nazione cui appartiene l’imbarcazione o per il saluto o per comunicare di essere in pericolo o per festeggiare eccetera. Abbiamo così parlato dei saluti tra le navi. Quando due navi s’incontrano si possono salutare in diversi modi tra cui quello di abbassare la propria bandiera. Colorate, con disegni di varie forme, le bandiere sono importanti perché costituiscono un vero e proprio linguaggio, un codice di comunicazione ed alcune rappresentano la sequenza delle lettere dell’alfabeto.
Per spiegarci come si comporta un marinaio, Giorgi ci ha mostrato il video di Giovanni Soldini, un bravo navigatore che, durante una gara del giro del mondo in solitaria, ha interrotto la sua navigazione per salvare una sua collega, Isabelle Autissier, alla quale si era rovesciata l’imbarcazione a causa di una tempesta in mezzo al Pacifico meridionale. Era difficile salvarla a causa delle difficili condizioni meteorologiche; Soldini avrebbe potuto proseguire la gara invece di deviare per aiutarla e rischiare di perdere; invece l’ha trovata, l’ha portata in salvo ed è anche riuscito a vincere la gara, a rischio di essere squalificato perché un tratto del percorso non era stato in solitaria! Il senso della storia che ci ha raccontato era per insegnarci che nel mare ci si aiuta sempre, addirittura anche se si è in guerra, finita la battaglia, si devono salvare i marinai nemici. Un altro racconto che ci ha colpito è stato quello che noi italiani siamo stati gli unici, nel 1979, ad andare a salvare 891 profughi dispersi presso il golfo del Siam e quindi i primi ad organizzare missioni di salvataggio in mare, cosa che ora avviene frequentemente nel Mediterraneo. Chi parla di respingere i naufraghi o di affondare i barconi pieni di migranti, non ha alcun onore né conosce alcuna legge del mare.
Infine, i nostri ospiti ci hanno parlato dell’Accademia della Marina che ha lo scopo di formare i marinai. Le flotta della Marina italiana comprende anche un bellissimo veliero, come nave scuola: la “Amerigo Vespucci” che viene usata per l’addestramento e la formazione dei marinai. La bellissima nave italiana, varata nel 1931 e che ha quindi compiuto 85 anni, è alta più di 50 metri (per andare sulla cima bisogna salire delle scale, non ci sono ascensori). La sua velocità massima è di 12 nodi (ovvero circa 20 km/h). Inoltre, ci sono due timoni: uno elettrico e uno manuale, quest’ultimo è molto grande e ci vogliono otto uomini per girarlo. Questa nave aveva una gemella, il cui nome era “Cristoforo Colombo”. Dopo la seconda guerra mondiale, la nave venne ceduta all’Unione Sovietica come parte del rimborso dei danni di guerra. I sovietici la trasformarono in una nave porta carbone e in seguito venne distrutta.
Prima di tornare in classe i nostri ospiti ci hanno lasciato qualche ricordo dell’incontro svolto a scuola, gadgets vari che noi ragazzi abbiamo davvero molto apprezzato! Grazie!
Questo incontro è stato interessante perché abbiamo imparato tante cose nuove e interessanti sulla navigazione e sulla storia della marina italiana; soprattutto i racconti ci hanno incuriosito e ci sarebbe piaciuto fare tantissime altre domande per conoscere molto di più… ma il tempo, si sa, fugge!