Pioveva nella mia città quell’11 settembre del 2001 quando le Torri Gemelle vennero abbattute da degli aerei, ed ero ancora troppo piccola per capire quel testo che la mia insegnante di storia ci fece stampare e leggere non appena tornati a scuola. Una certa Oriana Fallaci, di cui mio padre aveva tutti i libri negli scaffali, aveva scritto per l’occasione un testo, non troppo lungo, in cui parlava di come lei amasse l’America, di come lei condannasse Usama Bin Laden e di come l’Italia non fosse ancora pronta per una situazione di pericolo del genere. “Razzista” pensai “Non si può fare di tutta l’erba un fascio. E poi va a capire cosa c’è dietro”.
Sono passati 14 anni da quel giorno, e li sento tutti. Credo che sia il momento giusto per poter ricordare ciò che Oriana scrisse a Ferruccio De Bortoli in quel testo. Mai quanto ora lo trovo originale:
“Ci mancherebbe altro. Sono stata educata nel concetto di libertà, io, e la mia mamma diceva: «Il mondo è bello perché è vario». Ma se pretendono d’ imporre le stesse cose a me, a casa mia… Lo pretendono. Usama Bin Laden afferma che l’ intero pianeta Terra deve diventar musulmano, che dobbiamo convertirci all’ Islam, che con le buone o con le cattive lui ci convertirà, che a tal scopo ci massacra e continuerà a massacrarci. E questo non può piacerci, no. Deve metterci addosso una gran voglia di rovesciar le carte, ammazzare lui. Però la cosa non si risolve, non si esaurisce, con la morte di Usama Bin Laden. Perché gli Usama Bin Laden sono decine di migliaia, ormai, e non stanno soltanto in Afghanistan o negli altri paesi arabi. Stanno dappertutto, e i più agguerriti stanno proprio in Occidente. Nelle nostre città, nelle nostre strade, nelle nostre università, nei gangli della tecnologia. Quella tecnologia che qualsiasi ottuso può maneggiare. La Crociata è in atto da tempo. E funziona come un orologio svizzero, sostenuta da una fede e da una perfidia paragonabile soltanto alla fede e alla perfidia di Torquemada quando gestiva l’ Inquisizione. Infatti trattare con loro è impossibile. Ragionarci, impensabile. Trattarli con indulgenza o tolleranza o speranza, un suicidio. E chi crede il contrario è un illuso. Te lo dice una che quel tipo di fanatismo lo ha conosciuto abbastanza bene in Iran, in Pakistan, in Bangladesh, in Arabia Saudita, in Kuwait, in Libia, in Giordania, in Libano, e a casa sua.“