Sono bastati cinque minuti, solo cinque interminabili minuti per porre fine alla libertà di stampa e di espressione in Europa.
Killer incappucciati sono entrati oggi 7 gennaio 2015 nella sede del giornale Charlie Hebdo a Parigi: 12 vittime e 8 feriti, di cui 5 gravissimi.
Charlie Hebdo, un settimanale francese satirico nato nel 1969. Una rivista che con irriverenza ha sempre preso di mira le istituzioni politiche, culturali e religiose di ogni confessione.
Nel 2006 la pubblicazione di vignette su Maometto provocano una serie di minacce e nel 2011 un attentato incendiario contro la redazione.
Tra le persone che hanno perso la vita, 8 giornalisti, due agenti assegnati alla protezione del direttore, un ospite che era stato invitato alla riunione di redazione e il portiere dello stabile. Fra loro il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, detto Charb, e i tre più importanti vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia.
Una storia che accade alle porte del Bel Paese, nel mondo occidentale, dove ci si batte da secoli per le libertà di stampa ed espressione, diritti inviolabili dei nostri sistemi “democratici”.
Una storia che lascia senza parole, proprio come voleva chi ha compiuto il gesto.
Unica riflessione: in Francia, a mettere il bavaglio, sono dei vili attentatori, e non persone votate dal popolo sovrano.