A volte non ci si rende conto di quali conseguenze possano condurre le maldicenze, soprattutto in ambito lavorativo. Pensiamo ad un insegnante. Per insegnare veramente, questi deve trasmettere allegria, fiducia, serenità ai bambini: come potrebbe farlo se non fosse egli stesso sereno? Un autista innervosito sarà comunque in grado di guidare un pullman, un artista porterà (male) a termine uno spettacolo, ma come potrà un insegnante entrare in empatia con uno studente se il suo cervello sia roso da un tarlo? Il danno è terribile perché questo venticello di rossiniana memoria, che di bocca in bocca diviene una vera e propria tempesta, preclude ore di didattica ai ragazzi che solo dalla serenità del docente possono trarre vantaggi.
Molto spesso si tratta di accuse, lanciate ingenuamente da genitori, che magari hanno solo mal interpretato ciò che è stato loro riferito dai ragazzi. Per avere un’idea, da casi realmente accaduti, è possibile citare il docente di motoria accusato di “toccare” le ragazze: accusa confermata, ma in realtà toccava tutti gli studenti indistintamente per spiegare loro i movimenti corretti da fare per arrampicarsi su un quadro svedese. Un altro docente di motoria fu accusato di costringere gli studenti a strisciare a terra per “pulire il pavimento”: in effetti i ragazzi dovevano strisciare realmente, ma si trattava di quelli stessi movimenti ginnici che effettuano i militari nelle esercitazioni, non certo indirizzati a lustrare il pavimento, peraltro lavato giornalmente. Questi esempi, una volta chiarita l’incomprensione, generata da frasi di studenti, dette anche senza malizia, fanno sorridere, ma pensiamo a cosa si è potuto dire “fuori dai cancelli” di questi professionisti, senza che nessuno potesse spiegare nulla, anche perché già “condannati” senza appello. Chiediamoci quanti genitori siano poi venuti a conoscenza dei reali risultati delle indagini! Pensiamo al fango immondo gettato su quei docenti, contro i quali le telecamere nascoste dalla polizia non hanno rivelato nulla e che sono stati assolti con formula piena, ma che per tutti restano dei mostri perché ormai sporcati dal fango del sospetto, partito chissà come e diffuso dai pettegolezzi di chi gode nello sporcare gli altri. Per scatenare l’inferno contro una persona è sufficiente una parolina gettata a caso nell’orecchio di chi ha grande amore per i propri figli e desidera, per loro, la massima sicurezza. Quella che inizialmente era una parola, detta a metà, diviene un’ipotesi e poi si trasforma in certezza, solo perché ripetuta ed ascoltata dieci o cento altre volte, da tante bocche diverse che si sono passate il fango una con l’altra, senza volerlo e senza controllare se ciò che trasmettevano fosse verità accertata o solo melma. Fango che più volte si ascolta e sempre più si trasforma in una certezza che non ha alcuna necessità di controllo: così divengono verità assodata anche le assurdità più incredibili!
È importante allora che appena si abbia notizia di una cosa grave, si cerchi immediatamente conferma da parte dei responsabili (nel caso della Scuola è la dirigenza). Altrettanto importante, da parte della dirigenza, è diffondere immediatamente i risultati dell’indagine. Ecco che ancora una volta la trasparenza e la diffusione immediata delle accuse presentate e dei risultati delle indagini, lungi dal diffamare, permetteranno di diffondere chiarezza ed ottenere maggiore serenità e fiducia, sia all’interno che all’esterno della Scuola.
Se poi l’accusa sarà stata lanciata con leggerezza, senza fondamento, ciascuno saprà giudicare l’accusatore che se ne assumerà la responsabilità; tutti si renderanno conto che, se si vuole veramente difendere i ragazzi, occorre denunciare dettagliatamente e su basi concrete le supposte violazioni, mentre gettare fango sui docenti provoca danni proprio ai bambini che vogliamo difendere.