Razzismo, si tolga la parola Ladispoli da certe bacheche Facebook • Terzo Binario News

marcucci-blogIl livello di guardia a Ladispoli è stato abbondantemente superato. E non stiamo parlando dei torrenti che pure nei giorni di pioggia preoccupano la popolazione, ma di un fenomeno crescente che non può essere più sottaciuto e che riguarda l’abuso che alcuni nostri concittadini fanno dei social network.

In alcune bacheche e gruppi pubblici di Facebook – che richiamano al nome di Ladispoli con declinazioni di vario genere – è ormai diffuso quasi quotidianamente un linciaggio infamante contro lo straniero stereotipato come persona che sporca, ruba e mina la serenità della comunità. Il tutto è condito da immagini e rantoli inneggianti all’eliminazione dei migranti (del tipo “laviamoli col fuoco”) e a vecchi e nuovi fascismi.

Fino a qualche tempo fa il fenomeno era limitato ai soliti tre o quattro bipedi razzisti, ineliminabili come le zanzare in estate, e tutto rimaneva nella norma ma visto ormai il successo di questo genere di post decretato con tantissimi like e commenti da parte degli utenti – il più delle volte insospettabili, almeno a guardare le foto dei loro profili – la faccenda ha cominciato a destare allarme sociale.

Questi rigurgiti razzisti – che nella forma e nella sostanza somigliano molto a quelli di Tor Sapienza di qualche mese fa e a tanti altri episodi che stanno dilagando ultimamente nel paese – qui a Ladispoli stridono particolarmente vista la storia e la cultura della città che da sempre si è connotata come comunità aperta capace di accogliere e integrare uomini e donne provenienti da ogni parte del mondo che hanno trovato qui la loro “piccola America”, il luogo ideale per vivere e far crescere i propri figli.

Inoltre si percepisce che questa pericolosa tendenza si sta spostando dai social network alla vita reale con episodi fortunatamente ancora marginali ma che non possono destare preoccupazione e che debbono richiamare la maggioranza sana di questa città ad una reazione netta.

In un paese civile queste bacheche sarebbero state già chiuse – o almeno bloccate a certi utenti – ma se ciò non fosse possibile che almeno gli amministratori di tali pagine o gruppi pubblici abbiano il buon gusto di togliere la parola “Ladispoli” dai nomi di questi ricettacoli virtuali di vomito e bile. Pretendere che questo avvenga diventa in concreto una forma di militanza attiva contro ogni forma di razzismo e soprattutto una protesta finalizzata a difendere l’immagine della nostra città, la maggioranza dei cittadini che ci abitano e i valori di accoglienza e solidarietà che da sempre hanno caratterizzato la sua storia.

Pubblicato mercoledì, 4 Febbraio 2015 @ 07:07:36     © RIPRODUZIONE RISERVATA