Martedì 21 Ottobre, noi della 1M dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” e tanti altri ragazzi delle medie e delle elementari, siamo andati nell’aula consiliare del Comune di Ladispoli, ospiti del Sindaco Paliotta che ce ne ha concesso l’uso, per conoscere e parlare di musica, attraverso l’esperienza di vita di una persona e la sua performance: il cantautore civitavecchiese Vincenzo Bencini. Siamo rimasti insieme per circa un’ora e mezzo, fra racconti e bellissime canzoni, e alla fine non volevamo più andare via. Se lo scopo di questo incontro era di farci appassionare alla musica, penso che sia stato raggiunto, almeno per me.
Vincenzo Bencini ha iniziato con il raccontarci la sua storia, quella di un ragazzo di Civitavecchia che da solo, con l’aiuto delle sue sole forze, ha trovato un posto nel mondo della musica italiana. Un ragazzo, semplice osservatore, sempre con penna e quaderno dietro, pronto a catturare e scrivere in ogni momento idee, perché queste si possono trovare ovunque e nascere all’improvviso. Vincenzo ci ha raccontato che all’inizio, quando era bambino, la sua passione era il calcio, come per tutti i suoi compagni, ma vedendo un giorno degli artisti di strada ne fu affascinato e gli nacque la voglia di suonare, di fare musica. Come primo strumento imparò a suonare il flauto, il suo primo brano fu il “Valzer delle candele”. Solo più avanti imparò a suonare la chitarra; ci mise tre anni per imparare a suonarla, studiava sui libri, da autodidatta, senza prendere lezioni da esperti o da internet, perché qualche anno fa non esisteva la possibilità di vedere lezioni su “youtube” come oggi. A seguito della domanda di un compagno, ha confessato che oltre alla chitarra, con la quale ha subito trascinato l’intera aula consiliare cantando un acanzone, gli sarebbe piaciuto imparare a suonare il violino. Ma se la chitarra si più imparare a suonare anche da adulti, raggiungendo un buon livello, il violino è troppo difficile e va imparato da piccoli e lui ha ormai rinunciato.
Inizialmente aveva tralasciato la sua passione per la musica, ma un’estate, dopo aver studiato, andò a lavorare su uno yacht, dove conobbe un signore che suonava la chitarra. Questo risvegliò in lui la passione che aveva fin da bambino per questo strumento. e con lui riscoprì il piacere della musica. Ormai sono più di venti anni che vi si dedica.
Ha interrotto il racconto, fatto di parole e canzoni, chiedendo a noi ragazzi quali cantanti italiani conoscessimo e poi quanti di noi vorrebbero imparare a suonare uno strumento e particolarmente la chitarra, le mani alzate sono state veramente molte.
Il nostro ospite ha proseguito con la sua storia: all’età di 25 anni aveva una band chiamata “I Muppet”, poi cantò in un gruppo che suonava cover dei “Nomadi” e infine ha deciso di cantare e suonare da solo, dando più importanza al testo e cominciando a cantare musica italiana, voce e chitarra. Ha anche scritto canzoni ed pubblicato due CD: “La storia di un momento” del 2009 e “Una canzone che fa così” del 2010.
Ci ha detto che tutti i generi musicali sono belli, anche se lui preferisce le canzoni semplici, ma con grande significato, come quelle ad esempio composte da Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè, Rino Gaetano, Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Alessandro Mannarino, Ligabue. Ha interpretato molte canzoni di questi cantanti e qualcuna proprio durante il nostro incontro. Infatti, per fare un esempio concreto, Vincenzo Bencini ha cantato, utilizzando semplicemente la voce e il suono della sua chitarra, “Il pescatore” di Fabrizio De André; che narra la storia di un vecchio pescatore che incontra un assassino inseguito dai carabinieri. Fra la Legge e l’Amore per il prossimo, il pescatore sceglie l’amore verso quella persona che aveva certamente sbagliato, anche a causa di ingiustizie subite a sua volta, ma ora era solo un uomo affamato ed assetato. Da quell’atto ottiene la serenità del giusto: “una specie di sorriso” mentre dorme. È incredibile come una semplice canzone possa far ragionare su cosa sia il giusto e l’ingiusto.
Poi ha cantato “Viva la mamma” di Edoardo Bennato, un atto d’amore per chi pensa solo a noi, poi una canzone di Ligabue e una di Mannarino.
Ha proseguito il suo racconto dicendo che suona nei locali ormai da tanto tempo ed una sera, in un locale, un signore gli chiese se potevano cantare una canzone insieme, ma lui gli rispose che aveva finito era ormai stanco e doveva tornare a casa, ma gli disse che se la volta dopo fosse tornato, avrebbero cantato insieme. La volta dopo quel signore tornò e da allora non se ne è più andato via. Quel signore, Luca De Paolis, era con noi in aula consiliare ed era seduto vicino a me. Vincenzo ce lo ha presentato come suo carissimo amico e hanno cantato insieme una canzone di Rino Gaetano, dal titolo “Ahi Maria”. Vincenzo e Luca ci hanno trasmesso tanto entusiasmo da trascinarci a cantare insieme a loro e accompagnarli battendo le mani a ritmo tutti insieme.
Mentre Vincenzo suona la chitarra, Luca De Paolis suona l’organetto, cioè uno strumento musicale con la forma di una piccola fisarmonica, ma che ha solo note acute e allegre e insieme hanno suonato e cantato una canzone di Mannarino, che si ispira alla tradizione popolare.
Mi sono divertita molto ad ascoltarli perché si vedeva il piacere che ci mettevano, Vincenzo e Luca, a suonare per noi. A sentire suonare due strumenti insieme mi è piaciuto molto ed è stato molto coinvolgente.
Poi Vincenzo ha cantato nuovamente “Il pescatore”, questa volta però insieme ad un bambino della terza elementare e l’intera classe li ha accompagnati. Mi sono divertita molto, in particolare quando una bambina delle elementari ha alzato la mano e ha chiesto a Vincenzo quale fosse il suo animale preferito. Lui ha risposto che ha un cane, non gli ha mai dedicato una canzone, ma forse un giorno lo farà.
Ci ha salutato in un modo molto originale, cantando una canzone che ha composto lui, intitolata “Girotondo Song”. Una canzone che ci spiega che le “piccole cose”, che piccole poi non sono, rendono il mondo più umano e restituiscono a tutti la gioia di vivere. Ha detto che questo incontro non serviva solo per ascoltare canzoni, ma il suo messaggio era quello di spingerci e stimolarci a coltivare le nostre passioni, i nostri sogni e farne realtà. Per Vincenzo sarebbe stato un successo sapere che qualcuno di noi presenti all’incontro avrebbe capito di amare la chitarra o qualunque altro strumento musicale, e cominciato a fare musica per la felicità propria e di chi ascolta. La musica è nel sangue di ognuno di noi, perché la musica è allegria, felicità.
Abbiamo cantato e non solo, abbiamo battuto le mani a ritmo di musica. Un’ ora e poco più di allegria, di sorrisi, di spensieratezza ragionata. Il fantastico mondo della musica.
Questo incontro ci è piaciuto moltissimo; le canzoni erano davvero molto belle ed interessanti; mi hanno affascinato i pensieri e le emozioni che una semplice canzone può trasmettere se la si ascolta con il cuore. Insomma, credo che questo concerto-incontro sia piaciuto a tutti anche se, come tutte le cose belle, però, purtroppo è finito, ma per fortuna Vincenzo ha promesso che ci sarà un altro incontro e non vedo l’ora! Mi è piaciuto anche l’autografo che Vincenzo mi ha scritto, il primo di tutta la mia vita!