Il 9 febbraio alcune classi della “Corrado Melone” si sono recate in sala teatro per un nuovo appuntamento telefonico con Matteo Miceli, il navigatore solitario che sta circumnavigando il globo in maniera sostenibile, cioè senza lasciare tracce indelebili del suo passaggio. Matteo Miceli è pluricampione del mondo di traversata atlantica in barca a vela ed ora sta effettuando il giro del mondo con una barca ecosostenibile per il progetto “Roma Ocean World”.
Il suo staff ha contatti satellitari quotidiani con lui, ma questa volta ha voluto condividere con noi ragazzi questo momento. Per iniziare, in attesa del collegamento satellitare, siamo stati aggiornati sulla situazione. Purtroppo ultimamente si sono verificati dei problemi: una delle galline che lo accompagnano è morta, l’altra non fa più le uova, da dicembre Matteo non pesca e si nutre esclusivamente di liofilizzati e germogli. Al momento Miceli si trova vicino a Capo Horn, il vento è di 40-50 nodi, la temperatura dell’aria sta diventando accettabile, anche se quella dell’acqua del mare è di 4°C.
È giunto quindi il momento della chiamata, riprodotta per tutti in sala dall’amplificazione. Matteo ci ha salutati e fornito le sue coordinate geografiche quindi si è messo a disposizione per rispondere alle domande. Gli è stato così chiesto cosa gli mancasse di più della terraferma e ci colpito la sua risposta: gli manca l’affetto delle persone. Gli abbiamo domandato se ha avuto qualche problema importante alla barca e ci ha spiegato che ha avuto un problema serio al timone. Alla domanda “Ha mai pensato di non farcela?”, Miceli ha risposto, con grande sincerità e umiltà, che pensa sempre di non farcela. Ciò che fa paura nel mare è il pericolo degli squali (come è stato suggerito da qualcuno), ma soprattutto la sua più grande paura è entrare in collisione con una balena, evento che potrebbe arrecare seri danni alla sua barca. Le balene non hanno alcun interesse per la sua barca, ma per disattenzione potrebbero colpirla e distruggerla con una semplice “codata”. Ci ha poi raccontato che a bordo ha musica e film per non sentirsi solo, ma spesso deve “ascoltare” la barca, cioè riuscire a capire se alcuni rumori possono indicare un qualche possibile danno o problema. Da quando è iniziata la sua avventura sono trascorsi 116 giorni ed è stata un’esperienza impegnativa sia dal punto di vista fisico che psicologico. Comunque la sua voce ci ha mostrato un morale molto alto e noi ragazzi della “Corrado Melone” auguriamo a Matteo Miceli di oltrepassare Capo Horn e di proseguire senza difficoltà fino a destinazione accompagnato da un “buon vento”