Negli ultimi anni, il Festival di Sanremo ha guadagnato consensi e conquistato il pubblico più giovane: un successo dietro cui si celano inclusione, social network e marketing.
Giorni di musica, ma non solo. Parliamo ovviamente del Festival di Sanremo, l’evento che sta catalizzando l’attenzione della nostra penisola, da spettatori a media, sfociando anche sui social network e coinvolgendo indirettamente anche tutti coloro che non hanno mai sintonizzato il proprio televisore sul primo canale.
Un evento che ha saputo estendere i propri confini e conquistare un pubblico eterogeneo e composto da generazioni così diverse, circostanza fino a qualche anno fa del tutto impensabile.
Invece, da qualche anno a questa parte, si è verificata una vera e propria escalation in termini di gradimento della manifestazione canora, che ha aggiunto alla propria platea di Boomer anche spettatori fra le fila di Millennials e Generazione Z.
Questa trasformazione della kermesse non è certamente casuale. Dietro all’evoluzione che ha portato al consenso più ampio di sempre c’è la grande regia del marketing, che ha sfoderato alcune delle sue armi più affilate, agendo da filo conduttore fra le novità che hanno contribuito alla conquista del pubblico non propriamente appassionato del genere.
Il primo, e forse più incisivo, fenomeno da segnalare è sicuramente quello del FantaSanremo. Un gioco che ormai coinvolge 2,5 milioni di partecipanti e che è sponsorizzato su tutti i social network da influencer e creators, ma anche da brand veri e propri che hanno fondato la propria lega. Esistono regole precise, quotazioni e addirittura bonus e sponsor: elementi che hanno trasformato la mera visione di un programma televisivo in una vera e propria esperienza di gioco e condivisione.
Se per il festival ospitato dall’amena cittadina ligure si tratta di una novità degli ultimi anni, per il marketing è un fenomeno conosciuto abbondantemente da anni, che l’avvento del digitale non ha fatto altro che amplificare e alimentare. Si tratta della gamification, una delle strategie più diffuse del marketing e fra le più gradite dai consumatori, proprio grazie all’engagement che riesce a creare.
Dai programmi di raccolta punti proposti dalle catene di supermercati, alle app di brand sportivi che innescano competizioni atletiche fra gli utenti, fino alle promozioni senza deposito delle piattaforme di gioco, tra le prime ad implementare queste strategie di acquisizione: tutti si basano su principi estrapolati dall’ambito ludico e riproposti in contesti differenti, con il fine di veicolare messaggi e raggiungere obiettivi specifici, in primis conversione e fidelizzazione del cliente.
Ma il FantaSanremo non è l’unica componente di questa ricetta di successo. Quest’anno fra i co-conduttori troviamo anche la più famosa rappresentante del mondo degli influencer, categoria sulla quale il marketing ha puntato le proprie mire già da diversi anni.
La presenza di Chiara Ferragni non fa poi che convalidare la posizione privilegiata che il festival ha guadagnato all’interno delle diverse piattaforme social, Instagram e Twitter su tutte. I meme sono il nuovo modo di commentare le esibizioni degli artisti e le scenette inaspettate, dal dissing interno al duo Morgan-Bugo, con tanto di abbandono del palco da parte di quest’ultimo alla distruzione della scenografia floreale da parte di Blanco e la conseguente pulizia, scopa alla mano, di un onnipresente Gianni Morandi.
Ultima novità fresca di quest’anno, un palese richiamo nostalgico tramite il quale il direttore artistico ha saputo travolgere i più malinconici Millennials: non solo con la presenza di Gianluca Grignani e Giorgia, ma grazie ad attesissime reunion come quelle degli Articolo 31 e di Paola e Chiara, vere e proprie icone degli anni Novanta.
È così che il notorio “Festival della Canzone Italiana” è diventato più un festival della cultura di massa italiana, nella sua forma più ampia e inclusiva, ma soprattutto trasversale ad almeno quattro generazioni.