"Dovete andare via", Unione Inquilini e Municipio rinviano lo sgombero • Terzo Binario News

“Dovete andare via”, Unione Inquilini e Municipio rinviano lo sgombero

Gen 31, 2019 | Cronaca, Politica, Roma

Rinviato lo sgombero di una famiglia da un Caat (centro di assistenza alloggiativa temporanea) a Selva Candida. Ciò è stato possibile grazie all’intervento dell’Unione inquilini e di Andrea Maggi, assessore alle Politiche sociali del Municipio XIV. 

Fabrizio Ragucci, segretario capitolino di Unione inquilini, ha raccontato la vicenda. “La famiglia in questione, composta da padre, madre, due figli minori di cui uno nato da poche settimane, rischiava di rimanere fuori dal Servizio Sassat (Servizio di assistenza e sostegno socio alloggiativo temporaneo) per meri vizi formali”. 

Nel caso specifico, la domanda in questione avrebbe presentato dei leggeri ritardi. E di situazioni simili, nei dati raccolti da Ragucci, ne risulterebbero diverse, tra irregolarità amministrative o anagrafiche definite non sanabili, dichiarazioni ritenute mendaci o documentazioni irregolari.

Ragucci, tra l’altro, ha riferito “Come Unione inquilini ci siamo fatto promotori di una mozione depositata da Stefano Fassina, dove ritengo ci possa essere una convergenza delle opposizioni”. L’obiettivo è quello di poter riaprire l’avviso per consentire di rientrare a chi era stato stoppato per qualche dato mancante o per una mancata crocetta. 

Nel frattempo, la famiglia di Selva Candida potrà rimanere nel Caat per altre 2-3 settimane. E poi? Nel caso di nuovo sgombero “noi saremo presenti con un picchetto di solidarietà – ha giurato Ragucci – intanto il Comune si adoperi affinché riesca a trovare una soluzione alternativa a questa famiglia, per un tempo sufficiente per accedere al contributo municipale”.

Cosa è il Sassat? È il servizio di assistenza e sostegno socio alloggiativo temporaneo (Sassat) per il diritto all’abitare delle persone in condizione di fragilità sociale. La sua attivazione è legata all’attuazione del Piano generale assistenziale alternativo ai Caat (Centri di assistenza alloggiativa temporanea) e si “fonda sull’impiego economico dei risparmi derivanti proprio dalla loro chiusura, che ammontano a 12 milioni di euro già disponibili”.