La ricetta economica proposta da Jenny Crisostomi
“Nel panorama globale del turismo crocieristico, il trend delle short cruise, ovvero crociere brevi di 3–5 notti, si sta affermando come uno dei modelli più dinamici e promettenti. Un’opportunità che, se ben interpretata, potrebbe segnare una svolta anche per Civitavecchia, primo porto crocieristico d’Italia e tra i principali hub del Mediterraneo.
Ma il punto è proprio questo: può una città portuale, come Civitavecchia, passare dal ruolo di semplice scalo a quello di destinazione turistica vera e propria?
Le compagnie internazionali stanno puntando sempre più su itinerari brevi: Carnival, Royal Caribbean, MSC, Norwegian stanno già facendo lo stesso. Il motivo? Le crociere brevi attirano giovani, famiglie, viaggiatori alla prima esperienza, grazie a formule accessibili, flessibili e meno impegnative.
Civitavecchia: Crocevia di Opportunità
Nel 2024, oltre 3,46 milioni di passeggeri sono transitati per il porto di Civitavecchia, confermandolo come primo in Italia e uno dei principali scali d’Europa. Ma se da un lato i numeri sono da record, dall’altro permane una paradossale distanza tra il successo del porto e la vivacità turistica della città. Ogni giorno migliaia di crocieristi sbarcano, ma molti vanno direttamente a Roma poiché non trovano nella città servizi, offerte o attrattive in grado di trattenerli.
Lo sviluppo delle mini-crociere potrebbe rappresentare una svolta per cambiare questo schema.
Lo Short Cruise può valorizzare Civitavecchia
Turnaround più frequenti = più indotto locale.
Una nave che opera su tratte brevi effettua fino a due imbarchi a settimana, raddoppiando il volume di trasporti, forniture, pernottamenti e servizi locali. Civitavecchia, come homeport, ha tutto da guadagnare.
I porti del Mediterraneo hanno un vantaggio: la vicinanza ai centri abitati. Milioni di italiani (e non solo) possono raggiungere Civitavecchia in poche ore di auto o treno, rendendo le crociere brevi una scelta competitiva rispetto ai city break in capitali europee. Le mini-crociere possono vendere bene anche in primavera e autunno, aiutando la città a spezzare la stagionalità e sostenere le attività commerciali e ricettive anche nei mesi “morti”. Chi sperimenta una crociera breve spesso sceglie di tornare per un soggiorno più lungo. È un’occasione per trasformare il turismo “mordi e fuggi” in turismo radicato, più lento e diffuso sul territorio.
Un turismo che rimane…se sappiamo trattenerlo.
Oggi, però, Civitavecchia non è ancora attrezzata per trattenere i crocieristi. Le criticità sono note:
- una stazione ferroviaria inadeguata,
- pochi collegamenti interni,
- servizi digitali inesistenti
- poche esperienze locali organizzate (walking tour, artigianato, gastronomia),
- un centro città spesso in difficoltà, tra negozi chiusi e assenza di strategia condivisa.
Come ha ricordato anche Tullio Nunzi, già dirigente nazionale di Confcommercio, “la città non ha ancora trasformato il crocierismo in un sistema economico integrato”. Eppure il turismo potrebbe essere la leva per far ripartire il commercio, la ristorazione, l’artigianato, il lavoro.
Una visione turistica per la Città
Nel dibattito politico e sociale si parla da anni di possibili soluzioni:
- Mercati a Km zero con prodotti locali,
- Denominazioni IGP per i dolci tipici di Civitavecchia,
- Valorizzazione della food experience lungo il litorale,
- Dehors finalmente regolamentati per i locali,
- Eventi culturali, fiere, percorsi tematici capaci di raccontare la città ai visitatori.
Ma senza una programmazione urbana e una strategia turistica condivisa, tutto resta fermo. E mentre il porto cresce, la città rischia di guardare le navi passare senza mai intercettarne il valore.
Dal Porto alla Città: un rilancio possibile
Civitavecchia ha molto di autentico da poter offrire: la storia, il mare, il termalismo, i siti archeologici, la vicinanza a Roma, la vera vita locale. Lo short cruise, se ben gestito, può essere il ponte tra la banchina e il centro storico, tra la nave e le botteghe, tra il passeggero e il cittadino.
Il porto di Civitavecchia rappresenta oggi un pilastro del sistema crocieristico europeo, con numeri e infrastrutture da primato. Ma serve una città all’altezza del suo porto.
Le short cruise non sono un turismo “minore”: sono una grande occasione per far riscoprire Civitavecchia, darle nuovo slancio economico, rilanciare il commercio, creare lavoro.
Non serve reinventare tutto: basta credere nel potenziale esistente, costruire un’offerta chiara, ascoltare gli operatori, collaborare tra enti pubblici e imprese. affinché Civitavecchia possa diventare non solo un porto di partenza, ma una destinazione di arrivo“.
Jenny Crisostomi
