L’ex tecnico della Romulea guarda con simpatia alla compagine romana salita in Eccellenza: “Un’impresa fantastica, felice per quei ragazzi”
Lo sguardo è su Santa Marinella, il ricordo alla Romulea. Fra qualche giorno inizierà l’avventura di Emiliano Cafarelli sulla panchina rossoblù, con la consapevolezza che l’undici messo a disposizione dalla società è da primissimi posti, anche se va costruito un gruppo, visto che i volti nuovi rispetto alla passata stagione sono parecchi.
Nessun timore: solo voglia di iniziare, fare bene e dare un’impronta di gioco precisa.
Questi i temi su cui si è soffermato l’ex allenatore della Romulea: «L’anno scorso ho guidato una realtà particolare – inizia Cafarelli – formidabile a livello giovanile e con una prima squadra da ricostruire dopo tanti anni. Si partiva da un’età media alta e con me si è abbassata.
Senza fare calcoli con gli under, ho dato spazio a chi ho ritenuto fosse in grado di giocare e sono arrivati una promozione in Eccellenza di ufficio, un secondo posto e la finale di Coppa Italia di Promozione».
Lo stadio Fronti è campo dove il mister ha giocato in passato: «Questa è una realtà importante del panorama calcistico regionale. Ho ritrovato tante persone conosciute in passato che mi hanno voluto. Non nascondo parecchie richieste da categorie superiori ma sono romantico, immaginando che Santa Marinella fosse la piazza giusta per creare qualcosa. Amo le sfide e penso si possa fare qualcosa di buono. Ho scelto di pancia e sono supercontento, anche per un atteggiamento incredibile che ho constatato nei miei confronti».
Il riferimento è a società e giocatori: «Credo molto nelle dinamiche positive fra staff e giocatori – riprende Cafarelli – come tecnica e attenzione al progetto. Proverò a fare un calcio tanto dispendioso quanto offensivo.
Ai giocatori chiedo molto a livello tecnico-tattico e cognitivo e questo è l’aspetto più difficile. Però quella che si è costruita una una squadra importante, si sono fatti degli sforzi per accontentarmi nei ruoli e nelle tipologie di calciatori chiesti. Poi la riuscita dipende dai legami che si creano e spero in un campionato di vertice. Questa è un’altra delle condizioni che avevo posto alla società per accettare l’incarico».
Con una precisazione, viste le corazzate Cerveteri e la nobile decaduta Viterbese: «Nessuno mi ha puntato la pistola alla tempia per ottenere il primo posto ma si gioca per vincere ogni singola partite, Coppa compresa. Immagino che lo spartiacque della stagione sarà ad aprile». Il mister poi parla dei giocatori, nuovi e vecchi, che allenerà: «Con Mauro Catracchia siamo stati compagni di squadra per esempio e ho avuto dei colloqui con i giocatori, su tutti capitan Fabrizio Melara elemento esperto che ha disputato categorie impensabili. Ecco, sono qui a dare ma anche per imparare. Ho un’idea di calcio improntata sulla persona, si è allestito uno staff di gente giovane e locale molto valida e la rosa è varia oltre che composta da elementi offensivi. La ciliegina è Matteo Tollardo, che ha alzato il tasso qualitativo. Non sono un fondamentalista, l’unica certezza è la difesa a 4. Per me è determinante il concetto è spazio-tempo, ruoli e numeri contano poco. Non sono qui per una stagione e via, punto a un lavoro radicato nel tempo che valorizzi i giovani delle piazze vicine» la conclusione di mister Emiliano Cafarelli.
