Agresti sul pasto all'aperto: "Pretendo solo la mensa che spetta ai miei alunni" • Terzo Binario News

Agresti sul pasto all’aperto: “Pretendo solo la mensa che spetta ai miei alunni”

Apr 9, 2021 | Ladispoli, Scuola

“Confermo di avere risposto fino a poco fa a tutte le mail giuntemi, alcune di plauso (i bambini si sono divertiti e finalmente hanno potuto socializzare guardandosi in faccia mentre mangiavano e pranzavano all’aria aperta), altre negative (faceva freddo, era meglio restare in classe, i bambini hanno sofferto).

C’è una circolare uscita prima di Pasqua che preavvisava le tre giornate di picnic attuate in attesa (spero non invano) della concessione della sala polifunzionale da parte del Sindaco e chiariva il ritorno, in qualsiasi caso, al menu regolare da lunedì prossimo.

Temo inoltre che non abbia, peccato per lei, nemmeno mai partecipato ad un picnic, altrimenti mi domando se il suo cibo sia restato sospeso in aria mentre masticava e come si possa essere seduta a terra, preoccupandosi della vicinanza della scarpa, mentre ora non si preoccupa del pericolo del contagio da Sars Cov 2.

Cominciamo con il chiarire, contrariamente a quanto erroneamente scritto da questa mamma, che il “preside” non ha optato per “il pranzo all’aperto”; ho invece chiesto ufficialmente al Sindaco, senza ancora ottenere risposta dopo una settimana, l’uso della sala polifunzionale (nata come mensa dei bambini della Melone) per migliorare il distanziamento preventivo alla diffusione del CoViD, proprio allo scopo di dare tempo per la risposta che non si è vista.

Conformemente alla delibera del Consiglio di Istituto (che è l’organo sovrano della Scuola, mentre il dirigente è solo un esecutore, cosa che sfugge a chi non conosca la Scuola), dopo i tre giorni di picnic socializzante, da lunedì si tornerà al pasto come da menu, servito in modo opportuno.

Per opportuno intenderemmo all’interno della mensa polifunzionale, ma in alternativa sarà comunque fuori dalle aule (dove non è possibile mantenere una distanza superiore ad 1 metro) e comunque ben organizzato, su tavoli, sotto tettoie o al coperto eccetera proprio allo scopo di garantire quel distanziamento di 2 metri di cui altri non si stanno minimamente preoccupando e spero nessuno se ne debba pentire mai.

La foto inviata è, come detto, fuorviante (spero non volutamente) e comunque denuncia una incapacità nelle scelte della docente dei bimbi ripresi in quanto avrebbe potuto optare per spazi migliori, certamente distanti dai secchioni, in altre zone disponibili a scelta fra ombreggiate per stare freschi, o assolate per scaldarsi e così via.

Purtroppo la maestra ha scelto il posto visivamente peggiore e la fotografa ha colto l’errore al volo. La maestra sarà ovviamente redarguita per la scelta effettuata sul luogo di consumazione che, comunque, non avrebbe potuto provocare alcun danno ad alcuno.

I secchioni sono brutti, ma vuoti e distanti.
Concludo notando con dispiacere come i diffusori di falsità svolgano appieno il loro mestiere. Anche lo scritto di questa mamma, nonostante sia nella Scuola e riceva, come tutti gli altri genitori, tutte le informazioni nella massima trasparenza, sembra accusare la mia persona di interessi personali sulla mensa.

Eppure la mia posizione è solo nel pretendere una mensa per i bambini: personalmente non so che farmene né potrei far nulla con la sala polifunzionale che è nata come mensa per i bambini della Melone e dovrebbe tornare a loro (non a me!).

Chiedo scusa se per me, prima delle diatribe e delle magagne altrui o della mia stessa pace, vengono prima gli interessi dei bambini come i figli di questa mamma.
Sono le quattro di notte ormai passate, per cui concludo questo scritto dopo una lunga giornata di lavoro che non ha avuto praticamente interruzioni sapendo che dormirò serenamente.

Sarà così perché non mi sono adagiato nella superficialità e nella meschineria di chi pensa “chi me lo fa fare a darmi da fare per i bambini, tanto questi figli non sono miei!”.

Se non facessi rispettare il distanziamento di 2 metri e un bimbo si infettasse per essersi voltato a parlare con il compagno che gli sta alle spalle condannando a morte un genitore o un nonno, forse risolverei senza problemi le conseguenze penali, ma certamente non quelle morali. Invece il rigore che pretendo per la sicurezza mi permetterà anche fra pochi minuti a poter poggiare la testa sul cuscino e riposare serenamente.
Spero tutti possano fare altrettanto”.

Riccardo Agresti