C’è chi indossa la fascia tricolore con il peso della responsabilità istituzionale, e chi invece se la mette addosso come fosse un accessorio di Carnevale.
È il caso del presidente del consiglio Minghella, che si turba, si offende e fa il puntiglioso alle critiche, ma poi, per riprendersi, parte per Civitavecchia con la fascia tricolore di traverso, a imitare Enzo “l’elegante” di Un sacco bello, quello che si imbottiva le mutande con l’ovatta. E, in effetti, qualcosa di gonfiato anche qui c’è — se non nei pantaloni — sicuramente nell’ego.
Nel frattempo, il sindaco — quello vero — è partito per la Grecia, si spera con mezzi propri. Il vicesindaco? Irreperibile, probabilmente disperso tra un mestolo di polenta e una spuntatura, che coi primi freddi, si sa, la priorità è nutrire lo stomaco, non la città.
E così sabato scorso abbiamo assistito alle prove generali del dopo Tidei: a Santa Severa il consigliere Manuelli, a Civitavecchia il consigliere Minghella, entrambi con la fascia tricolore in petto, entrambi convinti di essere sindaci. Due comparse, una farsa, un solo comune abbandonato.
Peccato che la legge — quella fastidiosa cosa scritta in articoli e commi — dica chiaramente che la fascia tricolore spetta solo al sindaco (art. 50, comma 12 del T.U.O.E.L., per chi sa leggere). E, in caso d’assenza del sindaco, solo e soltanto al vicesindaco. Non al consigliere in libera uscita, non al presidente del consiglio comunale in crisi d’identità istituzionale (vedi https://dait.interno.gov.it/pareri/98732).
La norma, per i più distratti, parla chiaro: la fascia “è distintivo del sindaco, capo dell’amministrazione comunale e ufficiale di governo”. Non è un gadget da sfilata, né un souvenir da gita fuori porta.
Ma tanto, si sa, qui la legge vale solo per chi non ha la fascia. E l’ignoranza delle regole — grassa, tronfia, imbottita come le mutande di Enzo l’elegante — è pari solo alla vanagloria di apparire in foto, magari con l’aria di chi “rappresenta le istituzioni”.
Risultato: un Comune lasciato a se stesso, mentre i suoi “sindaci di tale e quale” si contendono la fascia come fosse una cintura da wrestling istituzionale.
E noi, cittadini, spettatori paganti di una commedia che non fa più ridere da tempo: la Repubblica delle fasce abusive.
Braccio da Montone
