Mazzarino sulle Regionali fra vincitori, vinti e astensione • Terzo Binario News

Mazzarino sulle Regionali fra vincitori, vinti e astensione

Feb 16, 2023 | Ladispoli, Politica, Regionali

Anche questa volta si espongono ai lettori alcune considerazioni in merito alle elezioni regionali appena concluse, proponendo qualche spunto di riflessione.

L’affluenza è stata scarsissima, mediamente circa il 37,2% degli aventi diritto al voto nel Lazio, addirittura solo il 33% su Roma ed è stato eletto Rocca con il 54% delle preferenze dei votanti.

Questo significa che avrà il potere di governare pur avendo avuto il consenso del 20% circa dei cittadini, ovvero 1 su 5.

Chi voglia delegittimarlo citando questi numeri sbaglia tutto perché la legge è legge e, citando Cicerone, “siamo schiavi delle leggi per poter essere liberi”.

Spetta solo a lui tenere conto di essere eletto da pochi e non già altri a rinfacciarglielo. Viceversa, chi ha perso, malamente, dovrebbe essere il primo a fare autocritica e ricordare le proprie scelte scellerate, vicende giudiziarie, politiche e soprattutto l’incapacità di dialogo e convergenza già vista all’opera in molti comuni fra i quali Ladispoli.

Sul fronte delle liste, nessuna particolare novità rispetto ai sondaggi: Fratelli d’Italia porta a casa 22 consiglieri il 43% del Consiglio, mentre il PD non perde troppo e ne accasa 10.

Lega e Forza Italia ne prendono 3 ciascuno e Terzo Polo 2. Male vanno i 5 Stelle scesi sotto al 10% con 5 consiglieri.

Guardando al territorio del Litorale Nord ora ci sono due rappresentanti donne: la Mari in maggioranza e la Tidei in minoranza e a loro spetterà bilanciare lo strapotere espresso da territori alieni che da anni lo impoveriscono.

Insomma, uno scenario che permetterà a Rocca di governare con una maggioranza numerica adeguata, sulla carta, al netto della faida fra i gruppi di Rampelli e Lollobrigida e di un gruppo, quello di Gramazio, emergente dai quali però è sbagliato aspettarsi un crollo di Rocca mentre qualche mal di pancia potrebbe venire da Lega e Forza Italia per accaparrarsi più poltrone delle striminzite percentuali o anche per motivi di politica nazionale.

Ora il confronto seguirà i suoi rituali con le nomine istituzionali dei capigruppo, degli assessori, delle presidenze di commissione e poi delle nomine nelle partecipate, tutti spicchi di potere che implicano la gestione di molte centinaia di milioni di euro l’anno.

Quindi complimenti al centrodestra e aspettiamo i primi provvedimenti concreti per giudicarlo visto che manca dalla guida della Regione da molti anni.

Per il centrosinistra appare opportuno sottolineare come all’origine della sconfitta ci sia, soprattutto, l’incapacità di coinvolgere il proprio popolo.

Ha perso la credibilità in guerre di élite fratricide all’insegna degli interessi, fra mascherine e concorsopoli, incapaci di dare risposte sui problemi reali della gente.

La sinistra è ormai prigioniera fra poltronismo alto-borghese e battaglie anacronistiche di estremismo di sinistra assolutamente prive di concretezza, cose delle quali non interessa molto al suo elettorato tradizionale e, soprattutto, il PD ha perso contatto con il territorio e la gente, che infatti non lo ha seguito preferendo non andare a votare, soprattutto a Roma, già bacino fedele.

Un popolo che ha bisogno di tutele nei servizi base come la sanità e nel mondo del lavoro, tutto scomparso nel giro di pochi anni nell’essere succubi dei salotti dei grossi imprenditori e delle burocrazie di Bruxelles, sia a livello nazionale che regionale.

Ovviamente questi bisogni sono stati intercettati da una destra più pragmatica ed urlatrice meno succube, fino ad oggi, delle grandi burocrazie barricate dentro le Pubbliche Amministrazioni, attente soprattutto ai propri stipendi intoccabili al motto “Il politico passa …io resto”.

La burocrazia di Bruxelles, vittima delle lobby e dei grossi gruppi (multinazionali, banche, fondi che siano), ordina alla burocrazia italiana che subordina a quella regionale che poi ri-ordina a quella comunale attraverso le leggi, in un perverso gioco di casta dello stipendio sicuro tutti tutelati da una magistratura amministrativa altrettanto casta.

Nulla di illegale, ma non risponde ai bisogni della gente. Stipendi impoveriti che non riescono ad alimentare il sistema, partendo dai giovani, mortificati da trattamenti economici giustificati in un sistema condizionato dalle dittature russa e cinese antitesi dei valori europei, mentre il capitalismo americano è degenerato tradendo i valori del “sogno americano” e della crescita liberista.

Per questo la gente percepisce ormai il voto come inutile, in quanto, chiunque vada a governare, si adegua a quello che è l’andazzo deciso altrove limitandosi ai cambiamenti di facciata qualunque sparata abbia fatto in campagna elettorale. Il cambiamento vero viene rapidamente metabolizzato: si pensi alle veloci parabole decadenti dei Cinque stelle, dei leghisti ed alla disgregazione del PD mentre ora anche la Meloni è condizionata da certi poteri, anche se andrà rivista essendo stata eletta da poco.

In ogni caso non è la diserzione dal voto che potrà risolvere questo stallo mortale per le liberà e citiamo nuovamente Montesquieu “La tirannia di un principe in un’oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l’apatia del cittadino in una democrazia”.

cardinal Mazzarino