“Civitavecchia in corteo contro la violenza di genere.
Le associazioni cittadine “ci battiamo per un modello diverso di città” Il prossimo 25 Novembre Civitavecchia sfilerà in corteo nelle strade della città contro la violenza di genere. “Mai più sole, mai più zitte”.
Questo lo slogan del corteo promosso dall’amministrazione comunale e organizzato con l’impegno di diverse associazioni cittadine e realtà territoriali.
Si tratta di un’occasione in cui verrà attenzionato il tema della violenza di genere e del femminicidio, fenomeni che permeano la società di oggi e che tuttavia vengono spesso messi da parte, svalutati e trattati con indelicatezza.
“Lo scorso 19 Ottobre Civitavecchia è stata lo scenario del femminicidio di Camelia Ion, strangolata dall’ex marito già indagato per stalking e soggetto a divieto di avvicinamento. In seguito al presidio organizzato nei giorni successivi, ci siamo resi conto che bisogna continuare a mobilitarci.
La violenza di genere è un tema che viene trattato raramente all’interno delle scuole, e spesso in modo superficiale. In seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin, il ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara aveva promesso l’introduzione di corsi sulle “relazioni” negli istituti; una proposta già di per sé piena di lacune, che non ha mai visto la luce.
La scuola, come luogo di formazione e informazione, deve garantire alle studentesse e agli studenti sicurezza: in quest’ottica è fondamentale una sensibilizzazione concreta su tematiche politiche e sociali, come appunto la violenza di genere e l’omobilesbotransfobia. Occorre un’educazione sessuo-affettiva inclusiva e transfemminista, non dei semplici corsi fini a sé stessi.
Vogliamo che la città di Civitavecchia diventi all’avanguardia nell’inclusività, nel primo ascolto, nella parità di genere. Le cittadine e i cittadini devono essere consapevoli dell’ambiente in cui vivono, e svolgere un ruolo attivo nel migliorare quelle strutture sanitarie e assistenziali in cui i servizi offerti sono ancora manchevoli.
Si pensi all’ospedale San Paolo non è ancora possibile partorire con la partoanalgesia, ovvero la cosiddetta “epidurale”, a causa della carenza di personale qualificato. L’assenza dell’epidurale è uno dei motivi che spingono le donne della città a non considerare il San Paolo come punto di riferimento, e che le spingono a partorire a Roma.
Abbiamo sentito la necessità di mobilitarci, studentesse e studenti ma anche lavoratrici e lavoratori, insegnanti, consigliere e consiglieri comunali affinché Civitavecchia riesca a intraprendere un percorso per essere un presidio di inclusività e sicurezza.
La manifestazione esprime la rabbia delle cittadine e dei cittadini, la rabbia nei confronti di un governo che si è dimostrato incapace di gestire la crisi legata alla violenza di genere e che si è dimostrato incapace di tutelare i diritti delle donne.
Dalla minaccia alla Legge 194, all’investimento dei soldi PNRR per introdurre antiabortisti nei consultori; non è questo il modello che ci immaginiamo.
Riteniamo giusto far sentire la nostra voce per un modello migliore di città e di società”.
Rete degli Studenti Medi, Giovani Democratici, Ardite, ANPI, Alleanza Verdi Sinistra, Partito Democratico, Giovani 5 stelle, Movimento 5 Stelle, Unione Popolare, Rifondazione Comunista