Quintavalle: "Ipotesi radioterapia a Civitavecchia" • Terzo Binario News

Quintavalle: “Ipotesi radioterapia a Civitavecchia”

Set 27, 2018 | Civitavecchia, Comune, Sanità

La radioterapia potrebbe arrivare a Civitavecchia ed entro un tempo ragionevole. È una necessità della città e del territorio, in funzione delle patologie che si sviluppano e che spesso costringono i civitavecchiesi a doversi curare in strutture lontane. Durante il taglio del nastro del nuovo reparto di endoscopia digestiva, il direttore generale dell’Asl Roma 4 ha parlato di quella che lui stesso ha definito “un’idea” ma che sembra meno lontana e irrealizzabile di quanto si possa immaginare.

Il caso di Mauro Macaluso, costretto a recarsi all’ospedale Belcolle di Viterbo per diverse settimane – e solo grazie al trasporto effettuato dai volontari dell’Adamo, perché altrimenti sarebbe stato insostenibile da un punto di vista dei costi – riguarda tanti, visto che i furgoni dell’Associazione partono quasi sempre pieni. Della problematica legata alla radio il numero uno della Rm4 è ben consapevole, tanto da accennarlo prima nel discorso bene augurale dell’apertura del reparto, salvo poi a margine entrare nel dettaglio. “L’assenza della radioterapia sul territorio si fa sentire – ha detto Quintavalle – e l’hospice Chenis per le cure palliative ovviamente non può assolvere a un compito tanto gravoso. Per questo serve qualcosa di diverso e ben più strutturato. Che però ovviamente presenterebbe dei costi esorbitanti per la sanità pubblica”. Dunque il nodo economico c’è ed è ben stretto, ma si potrebbe tagliare con un colpo di forbice, come già capitato in alcuni ospedali romani: “L’idea è nata vedendo come si sono organizzati al policlinico Gemelli e al Bambin Gesù. Lì il reparto lo ha costruito un società privata, con un contributo pubblico limitato al 10-15% e dopo che le aziende sanitarie hanno espletato un bando di gara europeo. In Italia ci sono un paio di soggetti in grado di mettere in piedi un reparto di quel tipo e di poterlo gestire, sempre che si aggiudichino il pubblico incanto”. Stando a quanto emerso, sarebbe brevissimo anche il tempo impiegato a costruire materialmente il reparto: “Da quando mi è stato riferito bastano sei mesi e la radioterapia sarebbe operativa. Non solo: non andrebbero nemmeno cercati i locali dove piazzarla perché ce ne sono di adatti all’ospedale San Paolo> la conclusione di Quintavalle.