La Mongolia, terra di nomadi, immensi paesaggi e tradizioni millenarie, esercita un fascino incredibile su molti viaggiatori. Ma per godere appieno delle meraviglie di questo paese, è fondamentale scegliere con cura il periodo in cui visitarlo. Le condizioni meteorologiche infatti variano notevolmente nel corso dell’anno, influenzando l’accessibilità delle varie regioni e la possibilità di partecipare a eventi e festività locali. Vediamo dunque qual è il momento migliore per partire alla scoperta di questa affascinante destinazione.
In linea generale, il periodo ideale per un viaggio in Mongolia – e il fatto che questo tour in Mongolia organizzato da Stograntour sia pianificato proprio nel cuore di questo range di tempo ne è una conferma – va da maggio all’inizio di ottobre. Durante questi mesi, le temperature sono più miti e piacevoli, consentendo di esplorare tutte le aree del paese nelle condizioni ottimali. È bene però tenere presente che l’estate, indicativamente da metà maggio ad agosto, è anche la stagione delle piogge. Le precipitazioni tuttavia sono relativamente scarse e concentrate soprattutto nelle ore pomeridiane e serali, lasciando ampio spazio a giornate soleggiate.
Luglio e agosto in particolare sono i mesi in cui si tiene il Naadam Festival, la più grande e sentita festa nazionale mongola. Per tre giorni, mongoli provenienti da ogni angolo del paese si riuniscono nella capitale Ulaanbaatar e in altri centri per celebrare la loro cultura attraverso tornei di lotta, tiro con l’arco e corse a cavallo. Partecipare al Naadam è un’esperienza indimenticabile che permette di toccare con mano le tradizioni vive di questo popolo. Bisogna però considerare che in questo periodo voli e hotel vanno a ruba, quindi è fondamentale prenotare con largo anticipo.
Chi desidera viaggiare in un periodo meno affollato può optare per settembre e l’inizio di ottobre. È l’autunno mongolo, stagione di temperature gradevoli, seppur più ventose, e meravigliosi colori caldi che tingono le steppe e i boschi di larici. Settembre è anche il mese degli ultimi grandi spostamenti dei nomadi prima dell’arrivo dell’inverno. Seguire le loro carovane e condividere qualche giorno del loro stile di vita è uno dei modi migliori per capire l’anima di questo popolo e il suo profondo legame con la terra.
Meno consigliabili per la maggior parte dei visitatori sono i mesi invernali, da novembre a febbraio. In questo periodo le temperature crollano, raggiungendo facilmente i -30°C e rendendo proibitivo viaggiare nelle zone più remote. Nelle città invece si può ancora soggiornare ma occorre essere ben attrezzati per il grande freddo. L’inverno offre però anche alcune opportunità uniche, come partecipare allo Tsagaan Sar, il capodanno lunare mongolo, o ammirare festival dedicati alla cultura kazaka come il Festival dell’Aquila nella Mongolia occidentale. Per gli amanti degli sport invernali inoltre, gennaio e febbraio sono perfetti per sci, snowboard e sleddog sulla neve immacolata di luoghi come il Parco Nazionale Gorkhi-Terelj.
Infine c’è la primavera, stagione di rinascita che va indicativamente da marzo a metà maggio. Dopo il lungo letargo, la natura si risveglia e le mandrie di yak, cavalli e cammelli ripopolano le steppe. È il momento in cui i nomadi sono più indaffarati, impegnati nei parti degli animali e nei preparativi per la transumanza estiva. Viaggiare in questo periodo permette di vedere la Mongolia nel pieno del suo ritmo naturale. Bisogna però mettere in conto giornate ventose e imprevedibili e le ultime folate dell’inverno che a volte ricompaiono sotto forma di tormente di neve.
Ogni periodo dell’anno quindi offre un volto diverso della Mongolia, sta al viaggiatore scegliere quello che più si addice ai suoi interessi e alle sue aspettative. Che sia per tuffarsi nelle usanze locali con il Naadam Festival, per cavalcare al fianco dei nomadi in autunno o per sfidare i propri limiti tra i ghiacci invernali, l’importante è arrivare preparati e pronti a lasciarsi sorprendere. Perché in fondo è proprio questo il bello della Mongolia: non è una meta che si conosce, ma una terra che si vive e che al di là di qualsiasi previsione, sa sempre regalare esperienze fuori dal comune.