La lettera di un padre anziano che manifesta il suo dolore, aggravato dalla mancanza della medicina legale al San Paolo
L’assenza della sala autoptica a Civitavecchia – che anni or sono era presente, poi venne eliminata – si è manifestata tramite il dramma vissuto in questi giorni dal padre anziano di un uomo morto all’improvviso nel comune portuale la cui salma è stata traslata al policlinico di Tor Vergata a Roma dove è rimasta 15 giorni.
La riconsegna alla famiglia è prevista per l’11quando finalmente potranno essere celebrati i funerali. E allora, di giorni ne saranno passati 19: uno strazio.
Una vicenda di burocrazia e di dolore che pone in evidenza la mancanza di un reparto di medicina legale e il padre dell’uomo scomparsi di rivolge al sindaco Piendibene affinché prema sulla Asl Roma 4 al fine di far tornare la Medicina Legale al San Paolo.
“La mattina del 23 dicembre scorso il medico del 118 constata in Civitavecchia la morte di Antonio Castriota e il corpo viene posto sotto sequestro; il giorno 7 gennaio, grazie a pressioni forti e ripetute, all’Istituto di Medicina legale di Tor Vergata in Roma viene effettuata l’autopsia sulla salma disposta dalla Polizia mortuaria di Civitavecchia; il giorno 11 gennaio Antonio Castriota verrà finalmente restituito alla famiglia a Civitavecchia per lo svolgimento del rito funebre.
Due considerazioni: l’ospedale civile San Paolo di Civitavecchia, gravato anche da un pesante traffico crocieristico, non esegue autopsie in loco;
18 giorni tra il sequestro e la restituzione della salma sono un lasso di tempo comunque insopportabile, anche volendo considerare le festività natalizie. I parenti dello scomparso sono così rimasti in una sorta di limbo, senza contatto alcuno, in aggiunta alla tragedia piombata loro addosso.
I responsabili di questa incresciosa vicenda avranno sicuramente le loro brave spiegazioni, ma sarebbe interessante assistere alla loro reazione se, per ipotesi, chiamando il 115 per un incendio nella loro abitazione si sentissero rispondere dai Vigili del fuoco: “Segnalazione ricevuta, verremo tra 18 giorni”.
Chiunque abbia responsabilità sul caso delle mancate autopsie a Civitavecchia non deve approfittare del timore reverenziale del cittadino sprovveduto, né deve dimenticare che, a prescindere dal proprio ruolo, rimane sempre e comunque al servizio dei cittadini contribuenti.
Nessuno risarcirà lo strazio subito dai parenti di Antonio Castriota, ma si confida nell’interessamento del Sindaco di Civitavecchia affinché, nel suo ruolo di primo cittadino, intervenga presso la Asl Roma 4 per porre sollecitamente rimedio alla grave lacuna riguardante l’impossibilità, peraltro annosa, di eseguire autopsie all’ospedale San Paolo di Civitavecchia.
Nicola Castriota