Lotta a biodigestore, domani mattina la manifestazione: crescono le adesioni • Terzo Binario News

Lotta a biodigestore, domani mattina la manifestazione: crescono le adesioni

Feb 25, 2022 | Ambiente, Civitavecchia, Energia

Alle 9.30 nel parcheggio accanto il tribunale ci saranno il Comitato Sole, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e l’Usb

Crescono le adesioni alla manifestazione contro il biodigestore, promossa dai giovani di Fridays for Future e dai comitati ambientalisti di Civitavecchia, fissata domani, sabato 26 febbraio alle 9.30 al parcheggio lato tribunale.



Ecco la nota del Comitato Sole.

Parteciperemo quindi con convinzione alla manifestazione di sabato, confidando che la città e gli altri comuni del territorio sappiano unirsi per scongiurare questo progetto.

Accogliamo con piacere le tante adesioni alla manifestazione di sabato 26, sia da parte di molti cittadini, sia dalla parte politica: tutti pronti a scendere in piazza contro il mega biodigestore anaerobico da 120.000 tonnellate/anno in località Monna Felicita.

Contro le solite scelte dannose imposte dall’alto c’è bisogno di un territorio compatto, senza distinzioni di alcun tipo. Per questo chiediamo a tutti i circoli politici che parteciperanno, di manifestare insieme a noi come cittadini e non come rappresentanti dei propri partiti, senza bandiere e/o colori politici. Ricordiamo inoltre che la manifestazione è nel parcheggio del tribunale.

È il momento di rimanere uniti e fare fronte comune all’ennesimo scempio imposto su Civitavecchia. Insieme, contro il biodigestore, lottiamo per il futuro!

E l’adesione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Civitavecchia.

“Il COA di Civitavecchia risponde all’appello lanciato dai comitati ambientalisti territoriali e dai giovani di Fridays For Future Civitavecchia aderendo alla manifestazione indetta per il prossimo 26 febbraio contro la realizzazione di un megabiodigestore da 120.000 tonnellate di rifiuti organici in località Monna Felicita.

Un simile progetto, oltre a violare i principi di autosufficienza dei territori e di prossimità nella gestione dei rifiuti, si pone in evidente contrasto con la recente e storica introduzione in Costituzione della tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali dell’Ordinamento Giuridico.

Un impianto di tali dimensioni rischia infatti di pregiudicare in modo irreparabile il diritto alla salute e ad un ambiente salubre della nostra comunità.

L’Ordine degli Avvocati di Civitavecchia invoca peraltro un drastico cambio di visione di sviluppo per un territorio ad altissime potenzialità commerciali e turistiche, che rendono socialmente ed economicamente suicidaria la scelta di una ulteriore servitù ambientale.

Annuncia quindi il sostegno all’iniziativa e la presenza al fianco dei cittadini di Civitavecchia e dell’intero comprensorio.


E poi il comunicato dell’Unione Sindacale di Base

USB aderisce alla manifestazione indetta per sabato prossimo dalle associazioni ambientaliste contro il progetto di realizzazione di un biodigestore per il trattamento dei rifiuti a Civitavecchia.

Si possono avere idee diverse circa gli impianti di questo tipo: c’è chi li considera una necessità, per ridurre la dipendenza dai fossili e smarcarsi definitivamente dal conferimento in discarica, e chi al contrario ritiene il recupero di energia dai rifiuti una iattura, sia per ragioni ambientali che per i fenomeni speculativi che spesso vi sono collegati, indicando in alternativa l’opzione del compostaggio aerobico. Una opzione, quest’ultima, fin troppo sottovalutata.

Su una cosa però dovremmo essere tutti d’accordo: ossia sul fatto che la gestione del ciclo dei rifiuti deve essere indiscutibilmente a filiera corta e che non è possibile che alcuni territori finiscano per ospitare mega impianti – per motivi economici tanto più grandi quanto più distanti dal luogo di produzione dei rifiuti – perché altri non vogliono farsene carico. Specie se poi li si vuole realizzare in aree industriali a ridosso dei centri abitati, come è il nostro caso.

Crediamo quindi che siano sufficienti queste considerazioni per motivare un ragionevole rifiuto all’ipotesi di realizzare un biodigestore da 120.000 t/anno a Civitavecchia, come minimo sovrastimato rispetto alle esigenze del territorio che pure dovrebbe avanzare una sua proposta per una gestione sostenibile dei rifiuti comprensoriali.

D’altro canto, l’inedito favore che registriamo verso questi grandi impianti nel Lazio, alimentato dalla possibilità di acquisire sussidi pubblici, appare francamente sospetto: se al di là del progetto di potenziare Maccarese, infatti, si va a considerare il biodigestore già esistente sulla Nettunense, nonché le potenzialità dei nuovi impianti previsti (Frosinone, Casal Selce, Anagni, Cesano, Civitavecchia) qualcosa proprio non torna. Pensiamo serva chiarezza.