“Quando i venti di crisi negli assetti politico-istituzionali spirano
forte, le strade di tali crisi portano a soluzioni che possono essere
dannose o drammatiche per la città, con la possibilità di imboccare
strade diverse, non esclusa l’eventualità di uno scioglimento del
Consiglio comunale.
Mi trovo a riflettere sul perché nella nostra città c’è una grande
instabilità politica, che sfocia spesso, troppo spesso, in scioglimenti
anticipati dei consigli, che non arrivano alla scadenza naturale.
Le cause sono molte: un personale politico spesso improvvisato, il
prevalere di interessi di parte su quelli generali, una mancanza di
capacità e di visione programmatica che sappia immaginare e programmare
la città futura, la costruzione di coalizioni fatte solo per vincere,
con al proprio interno tutto e il contrario di tutto, ma che, pur
vincendo elettoralmente, alla prova del governo falliscono miseramente.
In particolare mi sono soffermato a riflettere su una caratteristica
specifica della nostra città: la presenza di due istituzioni
fondamentali, l’Autorità portuale e l’istituzione Comune.
Questa peculiarità è una ricchezza, purché le due istituzioni, nei loro
ambiti di competenza, non entrino in conflitto e tentino di prevalere
l’una sull’altra, come troppo spesso è successo.
Nel recente passato chi usciva dall’Autorità portuale tentava la scalata
al Comune e viceversa. Questo ha condizionato pesantemente la dialettica
tra le forze politiche cittadine, ha influenzato in modo determinante la
formazione di maggioranze, consentendo la migrazione di forze da una
parte all’altra, favorendo e accentuando il trasformismo, ha influito in
maniera distorta nella vita interna dei partiti.
Questo alterato rapporto tra le due istituzioni ha rallentato e
indebolito il processo di sviluppo e modernizzazione del nostro porto,
risorsa fondamentale non solo della nostra città.
Da alcuni mesi all’Autorità portuale si è insediata una nuova
presidenza. Dai primi passi che il presidente dell’Autorità portuale sta
muovendo si sta caratterizzando come persona ragionevole, dinamica e
competente.
Io credo che sia giunto il momento di voltare pagina nei rapporti tra
l’ente Porto e il Comune di Civitavecchia, riportandoli nell’ambito di
un rapporto istituzionale corretto, nel rispetto dei propri ambiti
amministrativi, che la legge assegna loro. Ciò sarebbe fondamentale per
il rilancio del porto e della città.
Il presidente Musolino può aiutare a raggiungere questo obiettivo
nell’interesse superiore della città e del porto.
Alle forze vive cittadine, alla società civile all’associazionismo, alle
categorie spetta il ruolo di ritrovare sé stesse, aprire un confronto
sulle idee e sui programmi, ripristinare il metodo della selezione della
classe dirigente, basandolo sulle competenze, sulla capacità,
sull’impegno, sulla preparazione e cultura politica, e non solo sulla
ricerca spasmodica “di voti”.
Le forze politiche cittadine abbiano la capacità di riacquistare la
centralità e il ruolo di mediazione degli interessi, smettendo di
ricercare facili e strumentali scorciatoie che non portano da nessuna
parte. Si impegnino al confronto delle idee e dei programmi in una
normale e democratica competizione nel rispetto reciproco”.
ITALIA VIVA CIVITAVECCHIA Clemente LONGARINI