Riceviamo e pubblichiamo – Unico istituto comprensivo in Italia, la “Corrado Melone” da anni attua un progetto che vede una rappresentanza di studenti in seno al Consiglio di Istituto, diritto previsto solo alle superiori.
Ogni classe, compresa la primaria, elegge due propri rappresentanti delegati ad eleggere quattro studenti che, per un anno, parteciperanno alle riunioni dell’organo supremo della scuola, portando le rivendicazioni dei propri compagni ed “allenandosi” per le superiori dove, di solito, sono i ragazzi di quinta a proporsi e ad essere eletti.
Durante la riunione i vari candidati hanno “arringato” i delegati chiedendo di essere eletti per dare loro modo di poter chiedere all’organo “politico” della Scuola i miglioramenti che ciascuno di loro riteneva importanti. Vale molto la pena conoscere le loro richieste perché appaiono molto acute ed intelligenti. Poche sono state un tantino naif, altre purtroppo non risultano facilmente realizzabili, ma occorre affermare che tutte sono state molto intelligenti.
La prima richiesta è stata quella, ovvia per dei nativi digitali, di avere i tablet in classe ed eliminare o comunque ridurre il peso dei libri cartacei, magari adottando libri a fascicoli. Si tratta di una richiesta difficile da realizzarsi perché i supporti all’insegnamento sono prerogativa dei docenti e fra questi ve ne sono ancora alcuni che, da questo punto di vista, sono addirittura “preistorici”, ma è loro diritto, sancito dalla Costituzione, scegliere come insegnare e quindi non ne può deliberare il Consiglio di Istituto.
Sempre legato alla didattica è stata la richiesta di poter svolgere un maggior numero di progetti, specificatamente di musica, inglese, scienze motorie, educazione civica (patentino e primo soccorso), uso della cucina (ultimo laboratorio, insieme a quello di ceramica, che non è stato ormai occupato da classi, non avendo più spazi disponibili) e più uscite sul territorio o a Roma. In effetti la “Melone” è nota per la sua vivacità didattica e la numerosità dei progetti attuati che però, effettivamente, non è totale: cioè non tutte le classi e non tutti i docenti hanno sposato la linea della maggioranza, per cui vi sono classi nelle quali i ragazzi crescono conoscendo la realtà che li circonda e classi dove la realtà viene solo studiata in aula. Anche questa scelta fa però parte della libertà di insegnamento e pertanto è possibile solo fare pressioni, ma non pretendere.
Sembrerà strano, ma anche la richiesta di macchinette per le merendine, avanzata da vari ragazzi, è una scelta legata alla didattica. Il Collegio dei docenti si è espresso chiaramente contro questa possibilità perché non si ritiene educativo distribuire liberamente cibi il cui consumo è contro qualsiasi corretta educazione alimentare. Ricordiamo che nella nostra scuola è vietata anche la somministrazione e l’uso da parte dei minori di bevande eccitanti quali the, caffè, Coca cola, alcolici eccetera.
Sempre legati alla didattica del singolo docente, e quindi temi sui quali il Consiglio di Istituto non può influire, se non minimamente, sono state le richieste di poter cambiare i posti assegnati in aula, quella di una maggiore attenzione alle problematiche di ciascuno, quella di velocizzare l’uscita dall’aula, di studiare le culture diverse dalla nostra con cibi etnici (da mangiare a scuola o a mensa), di prevedere delle ore per svolgere insieme ai docenti i compiti (soprattutto nel tempo pieno), di ascoltare più spesso i ragazzi e non solo tramite rare verifiche, di poter conoscere più velocemente il risultato di un compito per poter calibrare meglio il proprio metodo di studio.
Molti hanno chiesto che la scuola sia organizzata alla “americana” con classi che si spostano da un’aula all’altra e armadietti per ciascuno studente. L’idea non è niente male, i vantaggi, soprattutto didattici, sarebbero veramente elevati, ma il problema è che questa soluzione (che vedrebbe anche i docenti favorevoli) non è realizzabile a causa della limitatezza degli spazi. Infatti occorrono molte più aule di quante ne servano attualmente (cioè con gli alunni che restano fermi in aula). Stesso discorso logistico per gli armadietti: alla “Melone” non ci sono gli spazi “fisici” per posizionarli.
Sempre legato alla logistica è la richiesta di avere una seconda palestra; in effetti occorre ammettere che quella esistente, per quanto molto buona (anche se, come indicato dagli studenti, occorrerebbe avere delle linee di campo nuove), è insufficiente a permetterne contemporaneamente l’utilizzo a tutte le classi che, in effetti, ruotano fra questa e gli spazi esterni, comunque utili per molte attività. Si tratta di richieste che solo l’Amministrazione comunale potrebbe affrontare, come quella di avere banchi più grandi, lavagne anallergiche, un teatro più grande, una sala conferenze tutta nostra.
Molto interessante la posizione di quei ragazzi che hanno insistito nella richiesta di far rispettare al massimo la raccolta differenziata in ogni classe ed il divieto dell’uso dei cellulari, anche da parte dei docenti. Come dirigente farò le mie verifiche di eventuali abusi, in quanto i docenti ed il personale sono autorizzati all’uso dei cellulari per avere possibilità di affrontare rapidamente eventuali emergenze (non possono invece usarli per scopi privati né scolastici perché la chiamata toglierebbe didattica ai ragazzi).
Altri hanno chiesto di far effettuare una pulizia approfondita perché in alcune classi, sotto i banchi, vi sono gomme da masticare risalenti al paleolitico. Anche questa osservazione è molto interessante: il problema è fortunatamente presente solo in poche classi perché in molte altre i genitori, al momento dell’ingresso dei propri figli in prima, hanno chiesto ed ottenuto di effettuare un sopralluogo, nell’aula che sarebbe stata dei figli, per verificarne lo stato e provvedere alla piccola manutenzione e pulizia approfondita. Laddove questo è stato fatto, nessun ragazzo ha più masticato gomme o imbrattato pareti e le loro aule sono tuttora bellissime e decorate. Dove invece è intervenuto il Comune, non si è compreso che quello spazio fosse di proprietà di tutti e lo si è ritenuto proprietà di nessuno, con le conseguenze riscontrate dai giovani delegati. In quanto alla pulizia, occorre ammettere che il numero di collaboratori scolastici che abbiamo a disposizione, essendo finite le vacche grasse, sono assolutamente insufficienti ed ogni giorno considero che sia avvenuto un miracolo quando, entrando in classe per le verifiche di routine, le vedo ripulite, ordinate e profumate, pronte per accogliere il giorno dopo i nostri ragazzi.
Ma allora nessuna richiesta potrà essere accolta? Se per quelle su riportate non è in potere al Consiglio di Istituto discuterle, sono i seguenti i punti che il Consiglio potrà accogliere e valutare, se i neo consiglieri ne chiederanno l’inserimento all’ordine del giorno. Qualcuno, ricevendo calorosi applausi, ha chiesto lo spostamento dell’inizio delle lezioni alle 9.00; una studentessa ha chiesto che i bagni femminili siano attrezzati con serrature e con specchi; un altro che ci siano più posti per le bici; un altro ancora di poter uscire dalle aule durante la ricreazione; è stato anche chiesto di aumentare i minuti dedicati alla ricreazione e anche i bambini della primaria hanno portato le proprie richieste specifiche, come quella di non usare il grembiulino a scuola.
Ascoltare le richieste e le discussioni di questi ragazzi, dimostratisi coscienti ed intelligenti, oltre a far ben sperare per il futuro, ci permette di comprendere quali siano le criticità osservate da parte degli studenti e, se ameremo il nostro lavoro, non ci limiteremo ad ascoltarli, ma realizzeremo le loro richieste … almeno quelle in nostro potere.
Riccardo Agresti