Nessuno deve restare indietro!
In un cielo squarciato dai fulmini del terrorismo, molto concentrati sulle paure, non dobbiamo dimenticare i problemi di tutti i giorni, soprattutto quelle assurdità, quei percorsi ad ostacoli, che i meno fortunati si trovano di fronte, ogni giorno della loro vita.
Oggi desidero parlare di Alessio, giovedì la mamma si è trovata di fronte all’ennesimo episodio che dimostra l’inefficienza e la poca empatia di tanti, di troppi, verso chi non ha le stesse fortune di altri e che, sempre più spesso, viene considerato un problema.
Tutto è nato da Facebook e da questo post che in breve ha fatto il giro d’Italia, non sempre i social network sono negativi:
“Arrivo a scuola di mio figlio senza preavviso e trovo davanti ai miei occhi questo lager…..AULA DI SOSTEGNO SCUOLA ELEMENTARE TULLIA ZEVI CASALPALOCCO.
Aiutatemi, amici di FB…aiutatemi ad urlare il nome di Alessio affinché anche lui abbia una stanza decorosa, pulita ed accogliente e a far in modo che non perda la sua dignità di bambino.”
Ed ancora: “Mi sono ripresa ora dopo una enorme crisi emotiva….adesso voglio che guardiate con i vostri occhi, con quelli di una madre, con quello di un cittadino, con gli occhi di un bambino …..”
Secondo la testimonianza di Cristina, la mamma di Alessio, l’insegnante di sostegno in preda ad un attacco di panico, ha lasciato il suo posto, ha lasciato in una stanzetta quello che in quel momento era “il problema”, con un materasso sporco davanti nella foto che vedete.
Ho sentito Cristina al telefono, è toccante la sua voglia di cambiare le cose. Esordisce ringraziando tutto il popolo web della vicinanza, della convinzione che il messaggio di ridare dignità ad Alessio sia stato recepito.
Ci racconti di Alessio?
“Alessio è uno dei tanti, figlio della malasanità, nato di ferragosto, in un paese, l’Italia dove tu non puoi nascere di giorno di festa, di Natale, Capodanno, in questi giorni i rischi sono altissimi.”
Parlando della scuola?
“Il 15 settembre doveva cominciare le elementari, era tutto pronto, un progetto preciso.
Invece il 15 settembre Alessio non è stato accolto da nessuno, non era presente l’insegnante di sostegno, non aveva classe, non aveva l’ AEC.
La scuola è una cosa nella quale tutti noi crediamo, o meglio abbiamo creduto.
Oggi io mi rendo conto di aver sbagliato a credere nella scuola, ho sbagliato a dare questi valori ad Alessio e a Simone che ha sei anni, più piccolo di Alessio.”
Che cosa ha fatto la scuola per Alessio?
“Io dopo quattro incontri, dal 14 settembre non ho più avuto contatti con la preside, ci sono i fondi stanziati per un tappetone e tante altre cose, tutto bloccato.
Un progetto per una stanza colorata, per farlo integrare, in realtà, il nulla!
Mi hanno anche detto che loro rappresentano le istituzioni.
Mi aspetterei le scuse della Preside, dire semplicemente, abbiamo sbagliato! Invece non c’è nulla, non è rintracciabile e risulta in malattia.
Mi è stato solo detto che prima di settembre la scuola non era neanche a conoscenza che un bambino disabile sarebbe andato in quella scuola.”
Raccontami di come hai trovato Alessio, giovedì mattina.
“Qualche giorno fa era in palestra, poi è stato spostato.
Alessio stava in una stanzetta dove gli insegnanti prima firmavano, non avendo una stanza dedicata, davanti ad un materasso vecchio e sporco che usavano per cambiare il pannolino, portato da casa da un insegnante. Una stanza sporca. Io non accuso nessuno, anzi hanno cercato di salvaguardare la dignità di mio figlio, ma quando ho chiesto, alla vicePreside, chiedendo che cosa stessero facendo, mi è stato risposto che nella scuola non avevano solo la disabilità ma tante altre cose da deliberare.”
Ci sono state polemiche, smentite della vicePreside, alle quali la mamma risponde così:
“La Preside smentisce e i fatti non sono andati così?” Venisse a dirmelo in faccia, da due mesi latitante all”interno della scuola!!!!!!Felice dell’arrivo di un ispettore Miur”
Cosa vorresti dire ai lettori?
“Vorrei che l’onda mediatica che ringrazio, non finisca, come Alessio ce ne sono tanti, molto più di quanto si possa immaginare, e non dobbiamo far si che disabilità faccia perdere la dignità.
Vorrei poter dire ancora ai miei figli che la scuola è il primo posto dove la dignità e i valori umani debbano essere salvaguardati.”
Cristina, grazie di cuore, un abbraccio forte ad Alessio, Simone, e a voi genitori.
“Grazie a voi, vi ringrazio e vi prego di non lasciarci soli, dobbiamo cambiare le cose, la scuola deve essere esempio, scuola di vita! Grazie di cuore a tutti!”
Sono molto emozionato, non voglio proprio dire nulla, mi limito a riportare l’informazione, ad evidenziare come manchino sempre i fondi, così come denunciato dallo striscione esposto dai genitori della scuola, manchino solo per chi è in difficoltà, ma si trovano e si sprecano per mille altre che muovono gli interessi, e come ho detto tante volte, non interessa il sociale, e quando lo fa, finisce come mafia capitale.
Tutto questo è avvenuto nell’Istituto Tullia Zevi di Casalpalocco, a pochi minuti dalla Capitale!
Mi vergogno di vivere un mondo che ha queste priorità.
Sono comunque disponibile al contraddittorio con l’istituto scolastico.