Lo studio delle cronache antiche, e un’analisi tra storia e mito che affonda le radici su quanto accaduto in un periodo storico poco noto e usuale; un percorso che si pone l’obiettivo di accompagnare il lettore oltre le fitte nebbie del tempo.

“Dur.An.Ki – La regalità degli dèi” è il libro scritto da Victor Nunzi ed pubblicato dalla UnoEditori, casa editrice che vanta tra i suoi autori il noto Mauro Biglino. Giovanissimo, ma brillante ricercatore indipendente Victor Nunzi ha incentrato i suoi studi in un periodo “storico” ancestrale che va dal 475.000 a.C. al 36.500 a.C.
Quest’ultima data l’autore la identifica come il punto di riferimento e di svolta in relazione ai fatti accorsi prima dell’anno zero, e per la prima volta a questa data viene fatto risalire il Diluvio Universale o Grande Diluvio.
Un episodio raccontato nella Bibbia, che a prescindere dal credo religioso resta comunque un importante testo storico, e maggiormente descritto nei testi provenienti dal Vicino Oriente antico. Un evento che estratto dal mito è databile secondo Nunzi.
Il periodo analizzato da Nunzi ben oltre 432.000 anni induce il lettore verso i quesiti universali “Quale è la nostra origine? Quale il nostro scopo su questo Pianeta?” e le non semplici possibili risposte alimentano gli studi dell’autore.
Studi e ricerche che il Nunzi conduce su documenti oggi consultabili presso le più importanti realtà museali del Mondo (British Museum, Museo del Louvre, etc.), e già valutati da altri ricercatori, che però non hanno definito una cronologia composita.
La sete di conoscenza ha portato i ricercatori indipendenti a scavare su alcuni aspetti tralasciati dall’indagine “accademica”. Uno su questi è la relazione tra divinità e uomo. Il testo “Dur.An.Ki – La regalità degli dèi”, prendendo le mosse dall’universo dei miti della tradizione mesopotamica ne fonde le nozioni con altri scritti provenienti dal Vicino Oriente antico in una nuova linea storico-cronologica.
“Non è facile mantenere il giusto equilibrio quando si affrontano argomenti alimentati da flebili fonti, poiché il confine tra la scienza e la fantascienza è estremamente labile.
Ma Victor ha tutte le caratteristiche per rendere un contributo, scientificamente utile, alla ricerca”, così nella prefazione del testo lo scrittore Armando Mei sottolinea le difficoltà degli studi condotti da Nunzi e da quanti su questo tema hanno incentrato i loro sforzi.
Tra questi impossibile non ricordare uno dei padri della ricerca indipendente e dell’oggi nota “teoria degli antichi astronauti”, Zecharia Sitchin. Sitchin, di origine ebraica, giornalista ed editore, studiò la scrittura cuneiforme diventando un esperto internazionalmente riconosciuto. Interpretando le tavole sulle quali i Sumeri scrissero, Sitchin riuscì ad attribuire agli eventi una realtà storica.
Secondo il ricercatore i racconti mitologici che ci sono giunti dalle popolazioni antiche, non sarebbero pura fantasia. “Gli scritti di Sitchin rappresentano ancora oggi un benchmark per chiunque intenda trattare con un approccio non accademico aspetti relativi al tema delle antiche civiltà e delle loro divinità che dal cielo portarono la regalità sulla terra” si legge nell’introduzione di Dur.An.Ki.
Le sue opere sono punto di riferimento per tanti ricercatori indipendenti che hanno poi deciso di approfondire alcuni aspetti delle sue ricerche, esattamente come Victor Nunzi.
Nel suo testo si propone, quindi, una “rivisitazione completa e quanto più possibile dettagliata” della teoria di Sitchin, autore della migliore analisi condotta sulle vicende delle antiche divinità della tradizione sumera, gli Anunna”. Ma sono tre gli interrogativi che hanno mosso la curiosità di Nunzi: Sitchin ha commesso errori nelle sue ricerche? Ha avuto ripensamenti nel corso dei suoi studi? Ha ricostruito gli eventi del passato in modo esatto e incontestabile? La risposta a queste domande arriva dalla nuova ricostruzione storico-cronologica a cui è giunto Victor Nunzi.
“Nella mia esperienza professionale – racconta Armando Mei in conclusione di prefazione – ho imparato a riconoscere i veri esploratori della Scienza, i pionieri che perseguono nuove idee con passione. Il mio primo professore alla Cornell University mi ha insegnato che nella Scienza bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato… perciò tieni sempre gli occhi e le orecchie ben aperti…”. Queste parole mi sono risuonate quando, con Victor, ci siamo confrontati sui misteri del passato. Le sue tesi sono corrette? Soltanto, il tempo potrà dirlo… Ma il sentiero su cui ci conducono è estremamente provocante, pieno di brillanti intuizioni e, certamente, apriranno la ricerca a un nuovo percorso di indagine”.