Scoperto un sistema di clientelismo e ‘bustarelle’. Il manager dell’Aviazione civile, 58 anni, veniva sistematicamente remunerato con ogni sorta di benefit
di Stefano Marzetti
Corruzione e concussione all’aeroporto di Fiumicino nell’ambito delle aziende e delle attività economiche dello scalo romano. In manette sono finiti alcuni imprenditori e un alto funzionario dell’Enac, l’Ente nazionale dell’aviazione civile. L’uomo, un 58enne, veniva sistematicamente remunerato con ogni sorta di benefit, dal pieno della autovettura, ai viaggi gratuiti, alla messa a disposizione di una lussuosa autovettura, nonché al pagamento dei servizi telepass e della manutenzione ordinaria e straordinaria del parco macchine familiare; non disdegnava, naturalmente, i pagamenti in contanti che avvenivano tramite il passaggio delle classiche ‘bustarelle’.
Gli ordini di custodia cautelari sono stati eseguiti oggi dalla polizia di frontiera del Leonardo da Vinci. Oltre agli arrestati risultano indagati anche due noti avvocati romani, nonché altri imprenditori e funzionari del medesimo ente. L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha permesso di acquisire elementi probatori a carico degli indagati che sovvenzionavano regolarmente i pubblici ufficiali affinché sorvolassero su una serie di irregolarità, tali da poter portare alla revoca delle certificazioni necessarie per lavorare in ambito aeroportuale.
Lo squarcio aperto sul mondo aeroportuale fa emergere un sistema di accreditamento di alcune ditte a discapito di altre, secondo la logica del clientelismo: chi riusciva ad entrare nel ricco mercato dell’aeroporto poi, grazie al consolidato sistema delle amicizie, dei favori e contro favori, rimaneva immune da qualsiasi forma di concorrenza, riuscendo così ad aggiudicarsi sempre lucrosi contratti.
Le indagini dei poliziotti si sono avvalse di sistemi di intercettazione telefonica e ambientale, che hanno consentito di appurare come l’unica finalità perseguita dai funzionari Enac fosse quella di ottenere un guadagno da ogni loro azione od omissione. Gli avvocati coinvolti, invece, volevano sfruttare la malleabilità del funzionario pubblico per esportare clandestinamente all’estero ingenti somme di denaro, con ogni probabilità riconducibili a loro clienti, sui quali gli investigatori stanno ancora indagando.
Di rilievo nel contesto è la figura di un noto imprenditore calabrese di anni 55 anni, che grazie alla compiacenza del funzionario arrestato, stava cercando di accaparrarsi il business del trasporto del materiale radioattivo, per il quale aveva già acquistato alcuni aeromobili. Gli arrestati dovranno rispondere di corruzione e concussione nonché di falso, abuso di ufficio, bancarotta per distrazione, violazione delle norme ambientali. Nel corso dell’operazione sono state sottoposte a sequestro preventivo alcune autovetture che rappresentavano il corrispettivo per l’attività dell’infedele impiegato pubblico.