Civitavecchia, SEL: "Riflessioni sull’editoriale di Baccarelli" • Terzo Binario News

Civitavecchia, SEL: “Riflessioni sull’editoriale di Baccarelli”

Gen 10, 2014 | Civitavecchia, Politica

sel_bandierePrendiamo spunto dall’editoriale di Giuseppe Baccarelli, ampiamente condivisibile nell’impostazione di fondo, per fare alcune riflessioni.

La prima è che finalmente si ricomincia a parlare di politica, dopo che la stessa era stata messa in soffitta non appena redatto il Programma di centrosinistra, che rimane l’ultimo vero momento di proposta e confronto politico di questi lunghi e non rimpianti 18 mesi.

La seconda è che comincia ad affermarsi nell’opinione pubblica ciò che andiamo dicendo da molto tempo e che è stato il vero motivo della sfiducia al Sindaco uscente, ossia che occorre, per il bene della città, superare di slancio sia il Tideismo che il Moscherinismo, come metodo prima ancora che come persone. Si chiami “fattore C” o “terza via”, quello che bisogna affermare è un modo tutto nuovo di praticare la politica, archiviando definitivamente un sistema di governo che negli ultimi anni ha privilegiato gli interessi soggettivi e/o lobbystici anziché quelli collettivi e dei beni comuni.

La terza considerazione nasce da una constatazione che pure si rileva nell’articolo di Baccarelli: “la politica da sola non può rigenerarsi”. Data per buona questa lapidaria asserzione, la conseguenza è l’ammissione che non può esistere una alternativa valida allo sfascismo, al calcio sotto al tavolo propedeutico alla ricostruzione, in una parola, all’azzeramento come strategia. Ci perdoni Baccarelli, ma notiamo una sottile contraddizione fra questa affermazione e il successivo proposito, pure questo contenuto nell’editoriale, di “non far ricorso all’antipolitica” ma, al contrario, “cercare di riportare l’attuale politica nel suo alveo naturale”.

C’è poco da fare: l’alternativa può essere un ulteriore salto nel buio, rappresentato dall’antipolitica, dalla demagogia e dal populismo, oppure una ripartenza nel segno dei valori tradizionali che solo la forma partito, opportunamente ricondotta all’originale, cioè alla vera funzione di proposta, elaborazione di idee e selezione della classe dirigente, può garantire.
D’altra parte, evocare giustamente la discesa in campo delle “brave persone, quelle che lavorano, dei mestieri e delle professioni “ e accostare il concetto alla “classe politica recente” che finora ha fallito, senza distinzione alcuna, da un parte equivale a dire che in quella classe politica recente non c’erano brave persone, mentre dall’altra significa declinare astutamente dalla individuazione delle responsabilità, che pure ci sono. O no? E questa è la seconda contraddizione che notiamo.

Però, come detto, giudichiamo sostanzialmente positiva l’analisi di Baccarelli, come pure le sue esortazioni, perché c’è una verità insita in esse, che ci trova largamente concordi: la società civile deve tornare ad impegnarsi per la sua città, non rifuggire le responsabilità, e deve farlo a partire dalla scelta dei propri rappresentanti, senza delega in bianco a nessuno. E’ una chiamata rivolta a tutti, compresi coloro che, in nome di un presunto fallimento generalizzato della vecchia politica e dei partiti, coltivano facili e improbabili tentazioni risolutorie.

Infine, parallelamente alle responsabilità, andrebbero riconosciuti anche i meriti, primo fra tutti il sacrificio di chi ha permesso che in città si possa ritornare a parlare di politica e di rappresentanza democratica, e lo ha fatto rinunciando, proprio in nome di veri ideali e nella speranza di un nuovo corso, alla possibilità di una facilissima e felicissima rendita di posizione.
Non ripartire da lì, vuol dire non avere alcuna lungimiranza politica.

Ex Gruppo Consigliare di SEL (Agostini, De Crescenzo, Mei, Scilipoti)