La figura del Responsabile Unico del Progetto – più semplicemente nota come RUP -appare oggi più complessa di quanto non avvenisse nel recente passato, alla luce degli ultimi aggiornamenti che hanno interessato il Nuovo Codice degli Appalti, ovvero il D.Lgs. 36/2023, le cui disposizioni risultano ufficialmente operative a partire dal 1° luglio 2023.
Le sue funzioni sono oggetto di disciplina, così come i termini inerenti la nomina, all’interno dell’articolo 15. Si tratta di compiti alquanto elaborati e persino delicati in termini di responsabilità, e comunque tali da rendere questo incarico assimilabile di fatto a quello di un project manager.
Uno degli aspetti maggiormente cruciali di cui deve occuparsi il RUP è quello che vede al centro tutto ciò che interessa i rapporti con l’osservatorio lavori pubblici e contratti, per i quali è buona prassi avvalersi di documenti predisposti in un formato elettronico tale da garantire una condizione di interoperabilità. In questo modo il professionista ha la possibilità di relazionarsi in maniera più semplice, veloce e precisa con l’Osservatorio Regionale di riferimento.
Ma qual è esattamente il ruolo del RUP? E cosa dice il recente aggiornamento normativo? E ancora, in che misura le ultime tecnologie digitali sono in grado di offrire un supporto essenziale e che può essere persino considerato necessario? Per scoprirlo non vi resta che proseguire nella lettura.
Chi è il RUP? Cosa è cambiato con Nuovo Codice degli Appalti
Il Responsabile Unico del Progetto è una figura che, secondo quanto stabilito nel Nuovo Codice degli Appalti, si interessa del ciclo vitale del singolo appalto. Segue perciò tutte le fasi, a cominciare da quella di riprogettazione fino a quella dell’esecuzione vera e propria.
Ciò implica un’assunzione di responsabilità volta a vigilare e persino assicurare tanto l’efficacia delle procedure adottate quanto la correttezza delle stesse.
Ma cos’è cambiato con l’entrata in vigore del nuovo decreto legislativo? In primo luogo il significato stesso dell’acronimo RUP, per il quale si è passati da Responsabile Unico del Procedimento a Responsabile Unico del Progetto.
Come si può intuire l’accento è sulla parola “progetto”: qualcosa che non è affatto casuale e che evidenzia un approccio e un intento di tipo manageriale.
Questa figura diventa quindi cruciale all’interno del procedimento nel suo insieme, dal momento che deve vigilare tra le altre cose sulle procedure di affidamento dei lavori. Rispetto al passato ha fatto un salto qualitativo non da poco in termini di assunzione delle responsabilità.
I rapporti del RUP con l’Osservatorio Regionale, nel segno della digitalizzazione
Essendo i compiti del RUP assimilabili a tutti gli effetti a quelli di un project manager, non poteva che venire dalle nuove tecnologie digitali un supporto efficace a livello organizzativo e gestionale.
Tra i suoi compiti c’è quello inerente l’invio di dati alla Sezione Regionale competente per quanto concerne i contratti relativi a forniture, servizi e lavori.
Come chiarito dalla stessa ANAC, nel suo portale online, per procedere, il professionista deve registrarsi presso i servizi online dell’Autorità “e aver verificato quale sia la sezione (centrale o regionale) dell’Osservatorio competente sulla propria stazione appaltante”, per poi comunicare le informazioni delineate dal codice.
Avere dei dati ben organizzati in schede di stampo telematico appare dunque un’esigenza imprescindibile e frutto della modernità, delineata con precisione anche dal legislatore, che tiene conto degli ultimi aggiornamenti telematici.