Il premio, che compie sei anni, è stato pensato per esaltare il ruolo della donna come perno centrale dell’organizzazione familiare, economica e sociale
“Femminile, Plurale” soffia sulle prime sei candeline. In attesa della finale del 30 agosto alle 21 al Parco Risanamento, ripercorriamo le tappe di questo attesissimo evento, fiore all’occhiello della comunità.
Nato nel 2018 dalle fervide menti di un gruppo di giovani donne, il premio letterario di Allumiere è diventato negli anni una solida realtà culturale, grazie alla tenacia e all’impegno delle fondatrici, supportate dall’allora assessore alla cultura, Brunella Franceschini, oggi presidente dell’omonima associazione.
“Una scommessa vinta – commentano – un sogno che si è concretizzato negli anni fino ad essere inserito tra le “Buone Pratiche” culturali della Regione Lazio, con grande soddisfazione di chi ha sempre creduto nel progetto. Un progetto grande, che voleva essere un omaggio alla donna come perno centrale dell’organizzazione familiare, economica e sociale, come è stata da sempre ad Allumiere, un paese nato alla fine del XV secolo come insediamento funzionale al lavoro nelle locali miniere di allume. In tale contesto, i compiti della donna erano vitali per la preservazione del nucleo familiare e di un sistema basato sulla reciproca solidarietà e sul mutuo aiuto. L’azione femminile era, infatti, importantissima per la costruzione di un apparato di interscambio tra famiglie, di una rete sociale solidaristica che permettesse di affrontare imprevisti o disgrazie.
Questa contiguità tra donne è, anche e soprattutto, una contiguità tra diverse generazioni di donne, depositarie della memoria della comunità e quindi della stessa identità comunitaria, che è il fondamento necessario per generare il senso di appartenenza. Tale vicinanza è stata il fulcro della trasmissione della memoria sociale, della memoria culturale, della memoria identitaria, specialmente attraverso l’esercizio della cura e dell’educazione delle nuove generazioni.
Ma non solo: l’importanza della partecipazione femminile nella vita sociale del paese appare evidente in un’esperienza particolare, quella della cooperativa La Lumiera. Nel 1969 nasceva, infatti, una piccola azienda nel settore dell’abbigliamento che avrebbe coinvolto, in oltre vent’anni di attività, centinaia di donne di Allumiere e del comprensorio. L’iniziativa fu presa da una decina di ragazze allumierasche guidate da Adriana Ferri Pirandello, che portò in quell’attività l’esperienza nelle tecniche di modellazione e taglio dei tessuti acquisita nella prestigiosa scuola romana “Ida Ferri”. In un periodo storico di grande fermento, la straordinaria particolarità di quella piccola azienda cooperativa era la sua organizzazione interna: autogestione e rigoroso egualitarismo salariale erano le caratteristiche di quel collettivo. È questa un’esperienza da ricordare per motivi storico-politici ed economici, ma anche e soprattutto per gli effetti sociali, culturali e di genere che essa ha comportato. Se ne può cogliere l’importanza leggendo le parole che le ragazze rilasciarono in un’intervista del 1972 pubblicata su Noi donne: “Se pensiamo a come eravamo, ragazze di paese, dalla piazza al fontanile la domenica, poi a canticchiare e cucire dalle sarte private…! […] Ora abbiamo preso gusto al lavoro, ma soprattutto abbiamo preso gusto alla discussione, alla possibilità di decidere, all’indipendenza”.
Donne al plurale, quindi, come presupposto imprescindibile alla trasmissione del sapere, alla consapevolezza e all’adesione all’identità della comunità di appartenenza. O anche alla sua messa in discussione.
Da qui l’idea di un premio letterario dedicato alle donne che si concentri, però, su tre generi in particolare: innanzitutto memorialistica e diaristica, due generi strettamente connessi e che spesso sono stati coniugati al femminile (basti pensare al journal intime de jeune fille della Francia ottocentesca), accomunati dalla possibilità di rendere le autrici testimoni e protagoniste della memoria del passato. Poi il romanzo di formazione, che indaga il campo della maturazione, della costruzione della consapevolezza e della crescita.
Un’occasione per una riflessione più attenta, una modalità per conoscere meglio il territorio, il suo ambiente, la sua storia e, dunque, la realtà sociale attuale. È in questa prospettiva che è nata la felice idea di un Premio letterario per Allumiere. Un premio che si nutre della tradizione e delle innovazioni che potrebbe apportare, in altri termini si costruisce sulla memoria di ciò che la comunità di Allumiere è stata, ma soprattutto sul futuro di ciò che sarà.