Chi ci conosce lo sa, fermi non ci sappiamo stare. È per questo che ci siamo buttati a capofitto in questa nuova avventura: un quotidiano online come qui intorno non se n’è mai visti. È per questo che abbiamo accettato e accetteremo critiche, riflessioni, consigli. È per questo che ci impegneremo per fare un’informazione diversa, nuova, che si concentri sulla politica ad ogni livello e sui temi dell’ambiente, del lavoro e di un certo tipo di sviluppo. È per questo che ci sentiamo – l’immagine ci piace – un po’ pirati. Pirateria significa – letteralmente – “fare un tentativo, provare un assalto”.
Ed è quello che stiamo facendo: stiamo tentando. Immaginerete sicuramente che quello dell’informazione locale è un ambiente difficile in cui si (con)fondono conoscenze, amicizie e talvolta perfino parentele. È e sarà difficile gestire gli equilibri, far passare il proprio punto di vista. È e sarà difficile tenere la barra dritta in alcune circostanze, a livello organizzativo e più prettamente d’informazione. Ma è quello che faremo. Con voi, magari. In molti saprete che veniamo da un’altra esperienza editoriale, che è quella di VoiceOver magazine, e che quest’esperienza ha avuto dei problemi, tanto che siamo stati costretti a sospenderla. Ecco, in Italia (per non parlare del nostro territorio) generalmente i pirati, quelli che “ci provano”, magari senza riuscirci al primo colpo, non sono visti di buon occhio.
Credo invece – ed è il principio che vige nella Silicon Valley, per dire – che chi ha provato e, per i più svariati motivi, non è riuscito, abbia al suo arco ben più frecce di chi non l’ha mai fatto e non sa dove mettere le mani. Chi ha sbagliato conosce gli errori, li ha compresi, assimilati, elaborati. E, ora, sa dove mettere le mani. All’arrembaggio. Di nuovo. Ci sarà da divertirsi.