Scorri le notizie e trovi storie sconfortanti, qualcosa che fa rabbrividire.
Non ho voglia di citare singoli episodi ma ho voglia di concentrarmi su quel che mi arriva dritto al cuore.
Ormai non fa più differenza che siano anziani o siano professionisti, che siano operai o siano giovani, ormai siamo tutti in balia di una società che non si accorge del vicino.
Soli, in mezzo alla crisi, in mezzo a tanti specchietti delle allodole che ci fanno credere che tutto si risolve con un prestito, una scommessa, con un gioco, con qualcosa che ti risolverà la vita e che invece ti rovinerà la vita, portandoti al gesto estremo.
Non ho voglia di pensare cos’è che porta al suicidio, non ho voglia di pensare cos’è che porta qualcuno a dare fuoco alla tua attività commerciale, non ho voglia di pensare cos’è che scatena tutto questo, ci sono gli organi competenti per farlo.
Ho voglia di pensare e di chiedermi perché tutte queste persone sono sole a combattere un nemico che sembra invisibile ai più, ma che in realtà tutti conosciamo bene, un nemico che è difficilissimo da contrastare, che è difficilissimo da combattere, quando si è soli.
Per quello mi batto da sempre quando vedo che il malaffare entra nella politica, entra negli organi istituzionali, per quello credo che la legalità sia qualche cosa che potrà sconfiggere quello che poi si ritorce contro i più piccoli, contro i più deboli.
Di associazioni che hanno fatto del loro motivo di vita la sensibilizzazione, il contrasto alle mafie, ce ne sono tante, una senz’altro è Libera, associazione fondata da Don Ciotti.
È con me Fabrizio Marras, volontario di Libera, fino a Dicembre coordinatore della provincia di Latina, un territorio difficile, ed ora responsabile regionale del Lazio.
Nel territorio di Cerveteri e Ladispoli negli ultimi tempi si susseguono episodi di attività commerciali date alle fiamme! Un caso? Difficile pensarlo! È mancata un po’ la voce di Libera al riguardo, come intendete recuperare?
Non credo proprio che si possa trattare di singoli episodi, dinamiche di questo tipo ho avuto occasione di vederle spesso, purtroppo.
Questo non vuol dire ovviamente che i singoli casi sono connessi l’uno all’altro, ma che è in atto una ricollocazione economica e territoriale delle mafie e dei gruppi locali che gestiscono pizzo, usura, spaccio e quant’altro.
Non credo che Libera nel territorio sia mancata, quanto il fatto che proprio come impostazione, prima di tutto cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
La crisi sta strozzando parecchie persone, è vero, ma dietro questi numerosi suicidi si intravede qualcosa di diverso, gioco, debiti, usura, non credi? Vogliamo parlarne?
La crisi è stata una incubatrice del gioco e dell’usura, dei debiti e dei fallimenti, l’incapacità a porre
al centro dell’attenzione le persone e la situazione in cui si sono trovati non fa altro che spingerli nella braccia dell’usuraio o a tentare di recuperare qualcosa col gioco, ovviamente il risultato è diametralmente opposto alla speranza.
Affrontare problemi come la miseria in maniera seria e organica mettendo l’economia al servizio delle persone e non del PIL o di chi se ne approfitta è l’unico percorso.
È da poco stato pubblicato l’ennesimo grido di allarme delle associazioni volontarie sulla situazione disastrosa in cui versa l’assistenza sociale! Una rete importante come Libera come vuole rendersi utile?
Come dici, Libera è una rete, per noi quello che conta è che le associazioni si muovano concordi su obiettivi condivisi, noi saremo con loro. E’ la ricchezza dell’insieme delle associazioni che può cambiare le cose , Libera nel suo piccolo può contribuire con la sua esperienza e le sue conoscenze specifiche.
Il contatto con le istituzioni c’è? Rispondono?
Ho iniziato a seguire questo territorio da troppo poco per poter rispondere a questa domanda.
Vogliamo promuovere un incontro, ad esempio con don Ciotti e il territorio per dare aiuto, sensibilizzare, parlare, muovere, tutte queste ferite?
Sicuramente un incontro con il territorio, le persone e i problemi che le schiacciano sarebbe un momento molto utile.
Con questa progetto/promessa, ringrazio Fabrizio e mi rivolgo alle istituzioni, ai sindaci di Cerveteri e Ladispoli, Pascucci e Paliotta, ai loro Assessori, affinché sia possibile avere un incontro che coinvolga la popolazione e da lì partire con un processo di aiuto, di ascolto, di supporto a chi non ha il coraggio, il tempo, la possibilità di chiedere aiuto ed al quale dobbiamo facilitare questa richiesta, prima che sia troppo tardi.
La mia rubrica #evadoincucina è lieta di dare spazio alle vostre risposte.