Pineta Sacchetti piange Vera, icona del quartiere: a lei fu dedicato un murale • Terzo Binario News

Pineta Sacchetti piange Vera, icona del quartiere: a lei fu dedicato un murale

Gen 21, 2021 | Cronaca, Roma

Te voglio fa sapè, quello che sei pe’ me, sei la gioia, la vita, l’amore. E ‘sto core sospira pe’ te“. Vera Balzani, dalla finestra di casa sua, in via Sisto IV, zona Pineta Sacchetti, cantava “Serenata de paradiso”. Erano gli anni della guerra. Alcuni soldati – come ricordato da Pinacci Nostri, gruppo di artisti della zona Nord Ovest di Roma – la invitarono “a esibirsi a una festa per ufficiali. Da quel giorno, con suo zio, il celebre Romolo Balzani, girò tutta Roma. E al cospetto di grandi artisti, come l’indimenticato Aldo Fabrizi, si esibì a San Giovanni”. Vera non c’è più: se ne è andata a 99 anni, le cento candeline le avrebbe spente a maggio. I funerali sono stati officiati mercoledì 20 gennaio, nella parrocchia di San Lino Papa, in via Cardinale Garampi.

“Il sacerdote, nuovo, si è dispiaciuto per non aver conosciuto mamma – ha raccontato Fabio Zaccagnini, residente a Ladispoli e figlio di Vera – così, tra chi piangeva e chi applaudiva, ha voluto sentirla cantare. Abbiamo preso un cellulare e ha ascoltato la sua voce. È stato un bel momento, ringrazio davvero tutti”.

A Vera, icona del quartiere, qualche anno fa è stato dedicato un murale. L’opera rientrava nel progetto di Pinacci Nostri improntato a rendere vive, con immagini, le storie del quartiere. A parlare della signora Balzani ci ha pensato Roberta Gentili: ” Fu un’esperienza emozionante – ha confessato a Terzo Binario – soprattutto perché dovevo raccontare la storia di una donna. Ho conosciuto Vera, abbiamo anche scattato delle foto. Poi, davanti a una tazza di tè, ha ricordato di quando cantava, affacciandosi dal balcone. Da qui l’idea del mio lavoro”. Un lavoro romantico, un murale romantico. Una giovane fanciulla con lo sguardo verso l’orizzonte, intorno i sogni della sua gioventù e accanto i versi de “Serenata de paradiso”. Che più azzeccati non potevano essere: “Sotto le stelle che brilleno a mille a mille lassù, co ‘sta serata incantevole ce manchi solo che tu“.