Muore dopo essere stato dimesso, la famiglia: "Chiediamo giustizia" • Terzo Binario News

Emergono nuovi inquietanti elementi circa la morte di A.B, 74enne di Cerveteri, deceduto lo scorso 6 ottobre dopo solo 6 ore dalle dimissioni dal pronto soccorso dell’Aurelia Hospital di Roma.

Era la sera del 4 ottobre quando A.B. inizia ad accusare un malore. La famiglia chiama immediatamente il 118 che giunge prontamente sul posto. Per il medico presente nell’ambulanza la diagnosi è chiara e grave: sospetta ischemia cardiaca con sudorazione fredda e profusa. Si opta immediatamente per il trasporto al pronto soccorso dell’Aurelia Hospial di Roma con codice rosso.

Ma A.B., con sospetto infarto in corso, non vedrà mai il reparto di cardiologia. L’uomo viene tenuto per 21 ore, tutta la notte ed il giorno seguente, su una barella del pronto soccorso. Per i medici la diagnosi non è infarto, ma blocco della digestione. L’uomo viene curato con farmaci digestivi e viene dimesso nel tardo pomeriggio del 5 ottobre, pressoché nelle stesse condizioni in cui è entrato. Raccontano i famigliari: “Nostro padre al ritorno accusava gli stessi sintomi e dolori di quando è entrato”. Dimesso poco prima delle 19 del 5 ottobre A.B. continua ad avvertire il malore. La crisi fatale arriva intorno all’una di notte, circa 6 ore dopo essere uscito dall’ospedale. Nel cuore della notte i famigliari chiamano di nuovo il 118 giunto con un medico. La situazione a questo punto è disperata. I sanitari cercano in tutti i modi di rianimare A.B. ma per lui non c’è nulla da fare. La morte sopraggiungerà poco dopo l’una per arresto cardiocircolatorio.

Fin da subito appare evidente ai famigliari che qualcosa non torna. Un’impressione che non avrebbe lasciato indifferenti nemmeno i sanitari che lo hanno soccorso la seconda volta. Il corpo di A.B. viene subito sequestrato dai Carabinieri presso i quali il mattino seguente è stata sporta denuncia.

Tanti gli interrogativi che attanagliano la malcapitata famiglia cerveterana. Come è possibile che un paziente, con sospetto infarto non sia stato tenuto nemmeno un giorno sotto osservazione presso il reparto di cardiologia? Come è possibile che l’uomo sia uscito dall’ospedale con gli stessi valori vitali con cui è entrato, stesso battito accelerato e pressione alta?

A rispondere a questi interrogativi sarà ora il medico legale incaricato dal sostituto procuratore Alessandro Gentile. Nei giorni successivi alla morte è avvenuta l’autopsia sul corpo alla presenza delle parti. L’esito si attende per l’inizio di dicembre e dovrà chiarire le esatte cause della morte.

E’ evidente che se la diagnosi di “Blocco della digestione” con cui è stato dimesso A.B. non sarà confermata, la situazione per i medici che lo hanno preso in carico al pronto soccorso si aggraverà e si rischia di parlare chiaramente di caso di mala sanità presso l’Aurelia Hospital di Roma.

Pubblicato lunedì, 20 Novembre 2017 @ 07:09:44     © RIPRODUZIONE RISERVATA