Domenica 28 ottobre 1979. Alle 14,30 è in programma il derby tra Roma e Lazio. Vincenzo Paparelli, 33 anni, è un meccanico che vive a Boccea. Ed è un tifoso biancoceleste. Quel giorno va allo stadio, con lui la moglie Vanda. Un razzo, lanciato dalla Curva Sud, gli perfora l’occhio sinistro: la moglie glielo estrae, poi la corsa disperata- e inutile – in ospedale. Vincenzo muore.
Una tragedia consumata quarant’anni fa. Una ferita mai rimarginata. Gabriele, uno dei due figli di Paparelli, in un’intervista a Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera, afferma: “All’Olimpico non ci metto più piede. Ormai da otto, forse dieci anni. Ho visto cose che non mi piacevano. Ognuno ha le sue fobie. C’è chi ha paura dei ragni, io del tifo violento… Quel razzo ha distrutto la mia famiglia”.
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