Le scosse sismiche recentemente avvertite in Italia, hanno provocato non pochi danni alle città, in particolare ai centri storici, e alcune morti: i centri abitati sono stati distrutti dalla ripresa del movimento delle placche tettoniche al di sotto della crosta terrestre. Da sempre le catastrofi naturali hanno sconvolto la superficie della Terra e i suoi abitanti, oltre ai terremoti, inondazioni, incendi ed eruzioni vulcaniche hanno distrutto paesi e villaggi, e ucciso milioni di persone. L’uomo, nei tempi antichi, non poteva difendersi dalla potenza distruttrice della natura: tutto ciò che poteva fare era pregare le divinità e implorare che il suo villaggio non venisse raso al suolo.
Ma la tecnologia, specie nelle ultime decadi, ha fatto passi da gigante, anche nel settore della prevenzione contro le catastrofi naturali: nella fattispecie dei terremoti, ai giorni d’oggi, le case antisismiche, se costruite correttamente, possono sopportare anche scosse di magnitudo 6.
Se le cose stanno così verrebbe da chiedersi: perché Amatrice e Accumuli sono crollate? L’uomo può avere una parte di responsabilità in tutto ciò? La risposta è affermativa e ce la fornisce in maniera sintetica Mario Tozzi, geologo e ricercatore del Cnr: “Non esistono catastrofi, esiste l’incuria umana”. Ciò che Tozzi vuole comunicarci è che non ci sarebbero danni (o sarebbero molto ridotti) in seguito a eventi naturali quali terrmoti e inondazioni, se nelle sopracitate città laziali si fosse attuato un piano di prevenzione antisismica comprendente la ristrutturazione delle case più antiche e la conformazione alle più recenti norme antisismiche di tutte le altre. Ma tutto ciò non è successo: purtroppo, in Italia, l’unica priorità è il guadagno, tralaciando la sicurezza e l’incolumità dei suoi abitanti. Inoltre, è stata sfruttata l’emergenza abitativa come scusa per “cementificare ogni lembo del territorio”: ciò aumenta il rischio sismico e non solo.
L’Italia è anche molto arretrata dal punto di vista tecnologico e della prevenzione: le nostre case e i nostri edifici sono soggetti ai danni di terremoti o altre calamità naturali in misura molto maggiore che quelli costruiti nei paesi avanzati.
Enzo Boschi, ex presidente dell’INGV, consiglia di mantenere alta l’allerta nelle zone colpite dal sisma, nelle ore e nei giorni successivi ad esso, si verificheranno “scosse a coppie, cioè durante le quali si ripete una seconda scossa forte nella stessa zona e uguale alla prima”. Secondo Boschi, la prevenzione è importante: infatti, le case antisismiche hanno retto alle scosse del terremoto di Norcia del 1979.
Purtroppo, come già precedentemente accennato, al governo italiano non sta a cuore la sicurezza dei suoi cittadini, poiché avrebbe dovuto costruire case antisismiche nelle zone indicate come a rischio nella Mappa sismica italiana: tra queste zone figuravano anche Amatrice e le altre città colpite.
Quindi riflettiamo un attimo: dopotutto, è davvero completamente colpa della natura, o l’uomo avrebbe dovuto fare di più per evitare queste stragi?
MATTIA SANTACROCE

