Siria, escalation dei crimini di guerra • Terzo Binario News

Siria, escalation dei crimini di guerra

Gen 19, 2013 | Mondo

di Gianluca Russo –

“Temo che il peggio dalternativaebba ancora arrivare”. Così si è espresso il commissario Ue agli aiuti umanitari Kristalina Georgieva in merito alla situazione drammatica in cui versa la popolazione siriana. L’amaro commento giunge in seguito all’intensificarsi dei combattimenti tra l’esercito regolare, fedele al presidente in carica Bashar al-Assad, e i ribelli del Free Syrian Army (Fsa). Del conflitto non si vede la fine, nonostante si combatta da ben 22 mesi. E a poco valgono le previsioni emerse dal vertice Usa-Turchia che danno 6 mesi di vita al regime in ragione del fatto che “l’80% del Paese sarebbe nelle mani dei ribelli”.

A farne le spese continuano ad essere soprattutto i civili, al centro di numerosi quanto efferati attacchi fermamente condannati con fermezza da Ban Ki-moon. “Prendere deliberatamente di mira civili è un crimine di guerra” ha affermato il segretario generale dell’Onu in seguito alla strage di Aleppo del 15 gennaio scorso, nel cui ateneo hanno perso la vita più di 80 studenti, un numero destinato ad aumentare a causa dei tanti feriti, almeno 160, molti dei quali in gravi condizioni.

Grida all’orrore anche l’Unicef in seguito al massacro avvenuto vicino ad Homs. L’Ondus, l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che fa affidamento su una rete di informatori locali, ha ricostruito la strage di Homs: un migliaio di persone, che si erano rifugiate nella città per sfuggire ai bombardamenti, sono state raggiunte dai soldati. Sul campo sono rimaste 106 vittime, molte trucidate, e gli scheletri delle case incendiate.

Le responsabilità non sono state ancora accertate dal momento che le forze in campo si incolpano a vicenda dell’accaduto. Un segnale terrificante se si considera che tali tragedie sono avvenute a distanza di sole 24 ore dalla lettera trasmessa, appunto il 14 gennaio scorso, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dalla Svizzera e da altri 56 Stati membri per chiedere l’immediato deferimento della situazione in Siria al procuratore della Corte penale internazionale.

Anche Amnesty International e Human Rights Watch hanno ripetutamente documentato e condannato sin dall’inizio le diffuse violazioni operate da entrambi gli attori armati a danno della popolazione indifesa. Il regime si sarebbe macchiato di esecuzioni sommarie, uccisioni illegali di prigionieri, sparizioni forzate, uso della tortura e detenzioni arbitrarie. Anche i ribelli avrebbero violato le norme del diritto internazionale umanitario praticando la cattura di ostaggi e l’uccisione illegale di prigionieri.

Gli osservatori internazionali sono giunti alla conclusione che nella sistematica ripetizione dei crimini di guerra si possano ravvisare dei crimini contro l’umanità. Secondo il “Center for documentation of violations in Syria”, che aggiorna tutte le statistiche, le vittime sarebbero più di 41mila e i detenuti di guerra 35mila.

Sul versante italiano, l’Unicef ha rivolto un accorato appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano evidenziando che “non c’è più tempo per la disattenzione, per il silenzio, per l’assuefazione” e il portavoce del fondo dell’Onu per l’infanzia Andrea Iacomini ha aggiunto che “deve levarsi alto da parte di tutti il grido di dolore, la voglia di proteggere ovunque si trovino i bambini indifesi”. A sua volta il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha annunciato che la prossima riunione degli “Amici della Siria” si terrà a Roma nell’intento di trovare una soluzione di natura politica.

Gli appelli tuttavia non sembrano al momento produrre effetti concreti. In rete, intanto, sono facilmente reperibili documenti e filmati agghiaccianti che diffondono immagini e video dei civili, tra cui molti bambini, colpiti a morte dalle cluster bomb e dalla ferocia di una guerra che sembra acquisire sempre più le orribili sembianze del genocidio.