Roma Tpl, puzza di gasolio nel bus: azienda sospende autista che rifiuta di prendere servizio. Il Tribunale dà ragione al conducente • Terzo Binario News

Roma Tpl, puzza di gasolio nel bus: azienda sospende autista che rifiuta di prendere servizio. Il Tribunale dà ragione al conducente

Mar 5, 2019 | Roma, Trasporti

Nel 2017 un autista di Roma Tpl ha rifiutato di prendere servizio: nella vettura aveva avvertito puzza di gasolio. L’azienda, di contro, lo ha punito con un giorno di sospensione. Mercoledì 27 febbraio il Tribunale di Roma (sezione lavoro I, giudice Ida Cristina Pangia) ha dato ragione al conducente, disponendo l’annullamento della sanzione, poiché “in caso di violazione da parte del datore di lavoro dell’obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 c.c., è legittimo a fronte dell’inadempimento altrui, il rifiuto del lavoratore di eseguire la propria prestazione”.

A riferire la vicenda è l’Usb Trasporti, che ha commentato: “Le cronache raccontano spesso di autobus che vanno in fiamme, mettendo a rischio la vita degli autisti e degli utenti. Non raccontano invece come spesso gli autisti vengano costretti dalle aziende a guidare autobus non sicuri”.

Come detto, l’autista si trovava in deposito e stava per prendere servizio. A fermarlo, il forte odore di gasolio del mezzo. A quel punto, ha fatto presente della situazione ma l’anomalia non è stata riscontrata né capo officina, né dal piazzalista di turno, oltre che dal responsabile dell’Ufficio guasti e dal personale ispettivo. Il conducente, per sostenere la sua tesi, ha chiamato cinque persone che hanno confermato la presenza della puzza. In quelle condizioni, non è uscito con il bus. Ed è stato sospeso.

“L’Unione Sindacale di Base è dovuta ricorrere al Tribunale di Roma per denunciare l’uso intimidatorio delle contestazioni disciplinari nei confronti dei lavoratori da parte delle società consortili della Roma Tpl, che gestiscono una parte del trasporto pubblico di Roma”.


“Usb continuerà a non abbassare la guardia nei confronti delle aziende che con i soldi pubblici intendono fare profitto – hanno concluso – facendosi beffe dell’incolumità dei lavoratori e dei cittadini. E continuerà a sostenere, fino alla fine, quei lavoratori che hanno  il coraggio di denunciare i soprusi subiti quando segnalano la scarsa sicurezza dei mezzi in attività”.