Il ladro ha porti sfondato la sbarra di varco Fortezza per fermarsi a Prato del Mare a Santa Marinella
Un’auto sbarcata da una nave al porto di Civitavecchia e rubata da un parcheggio dove sostano le vetture in attesa di immatricolazione. Poi la fuga a tutto gas per il porto, fino a sfondare la sbarra di sicurezza di varco Fortezza, l’inseguimento con le forze dell’ordine allertate.
Ma il ladro è riuscito a farla franca, abbandonando il Suv per le strade di campagna di Prato del Mare a Santa Marinella e facendo perdere le sue tracce.
È questo il mistero che da venerdì scorso sta impegnando la Polizia di Frontiera e gli uomini della sicurezza portuale di Civitavecchia, dove si è verificato un episodio dai contorni ancora tutti da chiarire.
Secondo una prima ricostruzione, l’allarme sarebbe scattato poco dopo le 21, all’interno dell’area riservata agli sbarchi delle vetture provenienti dall’Oriente alla banchina 26. Un veicolo appena trasferito a terra da una motonave commerciale è improvvisamente «sparito dai radar».
L’auto, sbarcata da poco, si trovava all’interno di un parcheggio riservato alle vetture non ancora immatricolate. Un uomo, probabilmente di nazionalità straniera, è riuscito a introdursi nell’area dopo aver sfondato il cancello con l’aiuto di un mezzo meccanico presente nelle vicinanze.
Nei minuti successivi il malvivente ha «scelto» l’auto da rubare: un Suv di colore scuro, con le chiavi già inserite nel quadro. A bordo del veicolo, ha attraversato tutto il porto, dalla banchina 26 fino al varco Fortezza. Giunto alla sbarra, l’ha abbattuta a tutta velocità fuggendo in direzione sud.
A quel punto, gli operatori presenti hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine, dando il via a un inseguimento. Il primo a muoversi, però, è stato uno degli operatori stessi che, a bordo di una piccola utilitaria, ha seguito le tracce del ladro per agevolare il lavoro degli agenti in arrivo.
Giunto a Santa Marinella, il fuggitivo ha abbandonato il Suv e si è dileguato, facendo perdere le proprie tracce e la vettura è stata poi rintracciata dai Carabinieri santamarinellesi. «Stiamo verificando ogni dettaglio, dalle targhe provvisorie ai documenti di accompagnamento», spiegano gli inquirenti. Gli agenti hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza posizionate nei pressi delle banchine e lungo il percorso che collega il molo ai varchi doganali. Le registrazioni potrebbero fornire elementi decisivi per identificare l’autore del furto e ricostruire la sua via di fuga.
Un aspetto non secondario riguarda i darti identificativi del veicolo. La documentazione risulterebbe regolare, ma la targa provvisoria fornita in fase di sbarco potrebbe essere stata clonata. È su questo punto che gli inquirenti concentrano ora le attenzioni, poiché negli ultimi mesi in diversi porti italiani sono emersi casi di furti «intelligenti» legati proprio alle fasi di immatricolazione.
Gli investigatori non escludono dunque che anche il caso di Civitavecchia possa inserirsi in questo schema, frutto di organizzazioni specializzate che sfruttano le fasi di passaggio burocratico per «ripulire» i veicoli rubati o reintrodurli nel circuito legale.
Altra possibilità, che proprio in quella vettura fosse custodito qualcosa che il ladro aveva necessità di recuperare. Infatti le auto sbarcate o imbarcate al porto sono pressoché con i serbatoi a secco quindi era verosimile che l’auto rubata percorresse solo pochi chilometri tanto fa fermarsi nella zona di santa Marinella al confine con Civitavecchia.