Ore decisive per la formazione della giunta di Ignazio Marino. La squadra, che verrà presentata ufficialmente oggi, sembrerebbe così composta: il ruolo di vice-sindaco va a Luigi Nieri (Sel), mentre al Pd vanno quattro assessorati: Paolo Masini (area Veltroni) a Lavori Pubblici e Periferie, Daniele Ozzimo (dalemiano, area Marroni) all’Emergenza alloggiativa, Estella Marino (vicina a Scalfarotto e Renzi) all’Ambiente. Il quarto, con le deleghe più «pesanti», è riservato alla deputata (renziana doc) Lorenza Bonaccorsi.
Discusso il nome di Flavia Barca, sorella dell’ex ministro Fabrizio Barca, rappresentante dell’ala più a sinistra del Pd, a cui andrebbe la Cultura. Per l’Urbanistica ci sarebbero Giovanni Caudo (professore universitario) e Marina Dragotto (presidente Audis, associazione occupata nella rigenerazione urbana). Agli Stili di Vita sicuro il nome di Luca Pancalli. Non ancora fatti i nomi per Scuola e Politiche sociali, alla fine potrebbe essere riservato all’ex assistente di Marino: Alessandra Cattoi.
Il nodo da sciogliere è sul nome della Bonaccorsi. La scelta accontenterebbe la corrente di Renzi e di Letta, anche perché se accettasse, la Bonaccorsi dovrebbe lasciare il seggio alla Camera dei Deputati a un altro dell’area moderata: Marco Di Stefano, anche lui figura vicino al premier Enrico Letta. La Bonaccorsi, unico nome femminile proposto dal Pd, sta riflettendo sul da farsi. Dal nome della deputata dipendono le sorti di altri papabili al suo scranno: Policastro, Piccolo e Palumbo, non eletti ma in attesa della chiamata per un posto in giunta.
La scelta di Luigi Nieri (Sel) come vicesindaco, oltre all’ottimo risultato elettorale ottenuto dal Sel, sembra legata alla scelta dell’esponente di Sel di rinunciare alla corsa alle primarie per sostenere il chirurgo nella corsa al Campidoglio.
Fuori dal gioco delle poltrone l’area di Franceschini. Tra i delusi Enzo Foschi (Zingaretti) e Mirko Coratti, i cui nomi sono legati alla presidenza dell’aula Giulio Cesare del Palazzo Senatorio al Campidoglio.
La scelta del vicensidanco di Sel e di nomi provenienti dall’area ex Ds ha provocato più di un malumore all’interno del Pd: “Squadra troppo a sinistra – hanno commentato alcuni nella segreteria del partito – Zingaretti ha fatto il pieno”.