Predire il rischio Alzheimer, ora si può. La scoperta arriva dall’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma, dove un gruppo di ricercatori ha sviluppato con successo un test del sangue in grado di prevedere il manifestarsi o meno della malattia basandosi sulla concentrazione plasmatica di rame nel sangue dei soggetti a rischio. “Si tratta di un metodo brevettato – si legge su una nota della Cattolica – attualmente non disponibile in altri laboratori di analisi perché misura esclusivamente il rame “libero” (non legato a proteine) nel sangue e quindi capace di circolare fino al cervello ed andare a danneggiarlo”.
L’esame – come si apprende su Quotidiano Sanità – è il risultato di una ricerca iniziata dall’ospedale Fatebenefratelli di Roma, coordinata da Paolo Maria Rossini, direttore dell’Istituto di Neurologia del Policlinico, e basata su uno studio della responsabileRosanna Squitti, ricercatrice della Fondazione Fatebenefratelli. I risultati dimostrano che concentrazioni plasmatiche di rame libero superiori alla soglia massima dei soggetti sani, comportano un rischio quasi triplicato dello sviluppo del morbo, a parità di livello di declino cognitivo presente al momento del prelievo.
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