Pesante l’accusa per l’avvocato Danilo Siliquini, 55enne, iscritto al foro di Civitavecchia, finito in manette nei giorni scorsi, perché fermato dalla Polizia Penitenziaria durante il colloquio con un suo assistito.
Evidentemente sotto controllo da qualche tempo e probabilmente tradito da un comportamento che ha insospettito gli agenti, l’avvocato sarebbe stato sorpreso a cedere 10 grammi di cocaina pura al suo assistito, compresa sostanza di taglio.
L’arresto sarebbe avvenuto praticamente in flagranza di reato, tanto che si è trovato di fronte al giudice per la direttissima. Il pm Carlo Villani ha chiesto la convalida dell’arresto, con l’avvocato che è stato posto ai domiciliari e con l’udienza rinviata al 2 marzo prossimo per decidere del caso.
La nota del Sappe: “Un avvocato che si era recato nel carcere di Regina Coeli a Roma per sostenere un colloquio con il cliente detenuto è stato scoperto dalla Polizia Penitenziaria mentre cedeva al cliente detenuto droga ed altri oggetti non consentiti. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Il legale si è presentato a Regina Coeli per il colloquio con il detenuto. Durante il colloquio ha tentato di cedere 56 dosi di cocaina, svariati grammi di sostanza da taglio, due cd masterizzati e persino un gratta e vinci ma è stato sorpreso e fermato dalla Polizia Penitenziaria in servizio”, denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale SAPPE per il Lazio. “Una situazione sconcertante, davvero assurda”.
Donato CAPECE, segretario generale del SAPPE, aggiunge: “Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del Personale di Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Regina Coeli a Roma, ci ricordano che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga e telefoni cellulari in un carcere”.
Il SAPPE sottolinea infine le criticità del carcere romano di Regina Coeli ed evidenzia “quali e quanti disagi quotidiani caratterizza il lavoro quotidiano dei Baschi Azzurri di Roma, a cui va il nostro sincero ringraziamento per quel che fanno ogni giorno per la sicurezza sociale”.
Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE
Segreteria Generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria