Nessun focolaio attivo di Covid a Ladispoli: Grando spieghi da dove arrivano 350 positivi • Terzo Binario News

Nessun focolaio attivo di Covid a Ladispoli: Grando spieghi da dove arrivano 350 positivi

Mar 23, 2021 | Ladispoli, Politica

Dallo “sceriffo” della primavera scorsa al “fantasma” di oggi, concentrato sui tagli di nastro e sulle elezioni 2022

Con 350 positivi, Ladispoli veste la maglia nera del Covid nella Asl Roma 4, esattamente come nel novembre scorso.

Rispetto ad allora, stavolta è vero che si sta assistendo una crescita di casi provocata dalle varianti ma oggi – come quattro mesi fa – resta un mistero perché città ben più popolate di Ladispoli riscontrino un numero di positivi inferiore come valore assoluto e ancora più basso in proporzione.

A precisa domanda, dalla Azienda sanitaria hanno specificato che non ci sono focolai attivi a Ladispoli, con quello della scuola Ilaria Alpi ormai rientrato. Per cui, da dove arrivano tutti questi positivi? Ai ladispolani non è dato saperlo.

Insomma siamo alle solite: Ladispoli è costretta ad assistere a una crescita di casi notevole e nessuno fornisce una spiegazione. Nessuno effettua un intervento sebbene gli stessi cittadini testimonino di norme violate in continuazione. In altre parole, il Covid non c’è solo per palazzo Falcone.

Posto che il sindaco non è un medico, rimane il fatto che rappresenta la massima autorità sanitaria e non si vede neanche un misero appello all’osservanza delle regole, se si esclude un timidissimo intervento ma non certo una vera dichiarazione ufficiale.

Insomma il nulla cosmico, quando invece nella primavera 2020 faceva circolare foto e comunicati in cui si autoincensava per le multe comminate ai trasgressori della mascherina. O quando scese in piazzale Falcone ad ascoltare le rappresentanti del Popolo delle Mamme insieme al senatore della Lega De Vecchis. Di lì a poco concesse pure la fascia tricolore al consigliere Cavaliere che salì sul palco dei negazionisti in rappresentanza della città senza mai prendere le distanze. Solo ieri la revoca delle deleghe, e semplicemente per ragioni politiche ovvero l’uscita dalla maggioranza di Fratelli d’Italia.

Insomma Grando passa in pochi mesi dalle vesti dello sceriffo a quelle del fantasma.

Che cosa è successo a distanza di neanche un anno? Semplice, le elezioni che si avvicinano.

L’atteggiamento da sceriffo di allora evidentemente è stato pagato in termini di consenso e quindi eccolo virare, in modo molto salviniano, verso posizioni più soft, più accondiscendenti che non compromettano il consenso del primo cittadino a pochi mesi dalle urne.

In questo senso vanno letti i conti alla rovescia delle opere – programmate e in certi casi avviate dalla passata amministrazione – che si andranno a completare.

Per quelle già completate, come i giardini molto belli di piazza Domitilla, servivano i bagni di folla e la claque.

E in questo senso vanno letti gli ultimi consigli comunali, invero imbarazzanti, dove tutto si parla fuorché dei problemi veri che attanagliano Ladispoli, primo fra tutti il Covid.

a.v.